Lunedì 08 Settembre 2025 | 23:16

Gallipoli, la Capitaneria di porto conta i danni: affondate 10 barche

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Banchine distrutte ma poteva andare peggio. Onde alte fino a quattro metri

Giovedì 24 Novembre 2022, 16:31

GALLIPOLI - La Guardia costiera di Gallipoli conta i danni dopo la mareggiata e avverte i diportisti: siate sempre attenti e scrupolosi. In tutto sono state 10 le barche affondate dalla mareggiata del 22 novembre scorso, ma poteva andare peggio. «Tempestivamente tutte le darsene della città di Gallipoli e dei porti limitrofi - dicono dalla Guardia costiera - sono state messe al corrente con la raccomandazione di porre in essere tutti gli accorgimenti ritenuti necessari, come ad esempio il rinforzo delle cime di ormeggio affinché le unità navali avessero una maggiore protezione. Ma inevitabilmente l’eccezionalità meteorologica subita ha portato qualche danno».

Oggi la Guardia costiera sta offrendo supporto ai proprietari di barche, darsene e strutture portuali per agevolare il ripristino dello stato dei luoghi e la messa in sicurezza dei mezzi coinvolti dall’ondata del maltempo. A Porto Cesareo forti raffiche di vento hanno interessato la banchina di Levante e l’area cittadina adiacente; il lungomare della stessa riviera è stato invaso dalla mareggiata con l'acqua che ha coperto la sede stradale a causa di onde di altezza di circa 3-4 metri e vento forte da sud, talvolta superiore ai 60 km/h. Alcune staccionate di concessioni demaniali marittime sono saltate e alcuni vetri e passerelle di accesso di ristoranti sono stati divelti.

Delle dieci barche affondate, quasi tutte sono state riportate in superficie. Attualmente è in corso il recupero di un pedalò. Scongiurato il pericolo di inquinamento del mare grazie alla Capitaneria di porto, dei proprietari delle unità affondate o adagiate in banchina e delle ditte specializzate che hanno subito rimosso le imbarcazioni.

Nel porto di Santa Maria di Leuca gli uomini della Guardia Costiera stanno nuovamente rinforzando le cime degli ormeggi alle imbarcazioni utilizzate dai migranti attualmente sotto sequestro. Un’unità è risultata semi affondata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)