PESCOPAGANO - Michele, Nunzio, Nicola e Antonio, il più piccolo di due mesi, il più grande di quasi due anni, sono stati loro i protagonisti a Pescopagano dell’antico rito della “passata” ritornato in paese, in via Roma, di fronte a Villa Caterina la casa di riposo per anziani, dopo lo stop imposto dalla pandemia. Un numero elevato di bambini destinati al rito, mai raggiunto in passato. Il rituale è sempre lo stesso da anni, ed è stato recuperato grazie al lavoro del «Gruppo Pescopagano Eventi». Nel giorno dell’Annunciazione, al rintocco delle campane, i bambini della comunità di sesso maschile vengono «passati» attraverso un arco ottenuto da un ramo di rovo privato di foglie e spine. «È bastato annunciare in paese la riproposizione dell’antico rito, dopo una lunga pausa imposta dalla pandemia – ha spiegato Antonio Zazzerini, del “Gruppo Pescopagano Eventi” - che subito in tanti hanno aderito, non solo dalla nostra comunità, ma anche da Ruvo del Monte, Castelgrande e Sant’Andrea di Conza, paesini che hanno sempre partecipato e contribuito a questa iniziativa. Logicamente si tratta di coppie di genitori originarie di Pescopagano e grazie alla loro collaborazione e devozione verso la Santissima Annunziata è possibile tramandare le tradizioni».
L’antico rito di origine agraria, che si credeva potesse preservare i più piccoli dall’ernia infantile e del quale si trova testimonianza anche negli scritti di Catone, prevede che, mentre due persone mantengono divaricata l’apertura dell’arco, quelli che vengono indicati come i «compari» ricevano dalle mani della madre il bimbo per fargli compiere tre cerchi antiorari al di sopra e dentro l’arco del rovo, secondo la valenza magica del numero dispari. Terminato il rito i bambini vengono avvolti in una coperta e portati nella chiesa dell’Annunziata per essere rivestiti ai piedi della statua della Santissima Annunziata. Il rovo viene poi rinchiuso e rivestito con del muschio per evitarne il disseccamento, così da tornare a germogliare in nome di una «magica» connessione tra la salute del bambino e la vitalità dell’arbusto. Il rito di Pescopagano, che rievoca il momento del parto, è soltanto un aspetto di un culto ampiamente diffuso fino alla fine del secolo scorso dall’Inghilterra alla Spagna e dal Portogallo all’Armenia. Un momento di festa per la comunità che non ha voluto dimenticare quanti soffrono per il conflitto in Ucraina. Nastri blu e dorati hanno ornato i rovi destinati alla passata, ma non solo. Prima dell’inizio della manifestazione, alla quale hanno partecipato numerosi cittadini oltre alle scolaresche del paese, un’alunna ha letto «La luna di Kiev» di Gianni Rodari, una poesia in queste settimane di guerra, è diventata un talismano, una preghiera, un simbolo. Il testo è stato poi riletto nella sua lingua, da Vassa, una donna ucraina da anni in Italia. «Abbiamo voluto dedicare questa edizione della “passata” ai bambini che in queste settimane stanno vivendo giorni difficili – ha spiegato Zazzerini, che assieme ai membri del gruppo porta avanti diverse iniziative a Pescopagano – e lo abbiamo fatto grazie all’aiuto dei docenti e degli alunni delle nostre scuole, che ringraziamo».