BRINDISI - Brindisi ha accolto i naufraghi al molo Sant'Apollinare: sono sbarcate tutte le 105 persone soccorse durante l’ultima missione della nave Life Support di Emergency, arrivata in porto. Sono 59 uomini, 16 donne – di cui una al settimo mese di gravidanza, 24 minori non accompagnati e 6 minori accompagnati. Il più piccolo a bordo ha 2 anni. C'è anche un ragazzo etiope di 16 anni che, secondo quanto riferito da personale di Emergency, sarebbe rimasto per tre anni in Libia e avrebbe tentato più volte di fare la traversata venendo ogni volta riportato indietro. Per prima è stata fatta scendere la donna incinta al settimo mese di gravidanza, che ai soccorritori di Emergency ha raccontato di essere fuggita dal suo paese dopo essere rimasta vedova e sola per evitare un destino di abusi e tentare di costruire un futuro in sicurezza in Europa per sè e il suo bambino.
«Sono stata in Libia per due mesi. Per una donna che aspetta un bambino senza avere un marito è molto difficile. Non hai diritti, non hai nulla. Non avevo niente, volevo solo andare via. Ho deciso di attraversare il mare e venire in Italia e avere un futuro per me e per il figlio che nascerà»
«Eravamo su un’imbarcazione molto piccola. Il motore non funzionava più e stavamo imbarcando acqua – ricorda una delle persone soccorse, proveniente dalla Costa d’Avorio –. Era notte, eravamo tutti bagnati e intorno a noi solo buio. Ho pensato che non ce l'avremmo fatta. Ho pregato per tutte le persone che erano con me e ho pensato tutto il tempo alla mia famiglia e a Marianne, la donna che amo, che è rimasta nel nostro paese».
Provengono da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Sudan, Camerun, Mali, Mauritania, Sierra Leone, Chad, Eritrea, Burkina Faso. L’imbarcazione su cui viaggiavano, un gommone di 12 metri che imbarcava acqua ed era in balia delle onde perchè aveva finito la benzina, era partita da Zwara, in Libia, alle 2 del pomeriggio del giorno 6 marzo.
Secondo quanto riferito dal comandante, Domenico Pugliese, tutte le persone soccorse sono in buone condizioni, anche se molte di loro «portano sul proprio corpo segni del periodo trascorso in Libia».
Nel video le interviste a Simonetta Gola, vedova di Gino Strada e responsabile comunicazione di Emergency, e a Michela La Iacona, prefetto di Brindisi.
EMILIANO: «VADO DA LORO»
«Sto andando a Brindisi», dove è arrivata la nave di Emergency Life Support con 105 migranti e «chiederò scusa in sala, perché farò un saluto e andrò via, ma voglio andare a vedere che tutto sia a posto». Lo ha annunciato il governatore pugliese Michele Emiliano a Bari a margine di un evento. «Se le persone che vogliono venire in Europa - ha aggiunto - riuscissero a venire con traghetti, con un visto, prenotando i biglietti, prendendo un aereo, spenderebbero meno soldi e noi elimineremmo gli scafisti completamente visto che il governo vuole giocare a guardie e ladri per il mondo, per gli oceani, dando alla caccia agli scafisti creando però poi il mercato agli scafisti. Perché nel momento in cui impedisce l’entrata legale, hai creato il mercato per gli scafisti. Hai fatto diventare il viaggio come la droga, come le armi, una merce illegale».
Quella di ieri è stata da parte del governo e del presidente Meloni a Cutro «una visita per certi versi doverosa» ma «per altri versi completamente sbagliata nella sintassi perché non hanno avuto il coraggio di incontrare i parenti delle vittime nel luogo, non hanno avuto il coraggio di andare a render omaggio alle vittime, non hanno avuto il coraggio di dire con chiarezza che loro sono completamente sorpresi da quanto accaduto». Lo ha dichiarato il governatore pugliese Michele Emiliano a Bari a margine di un evento. "Nessuno ha chiesto scusa per la mancanza nei soccorsi», ha aggiunto, «perché che si sia dinanzi a una mancanza nei soccorsi, mi auguro incolpevole, è chiaro». «Era una cosa che si poteva fare - ha aggiunto Emiliano riferendosi sempre ai soccorsi in mare - e non è stata fatta. Qualcuno almeno abbia la forza di chiedere scusa. Il governo accusa altri di cose molto meno gravi rispetto a quanto accaduto, chiede conto, chiede conto a Regioni e ai Comuni per cose molto meno gravi e ora chi chiede conto al governo di non essere stato in grado di salvare, come era ben possibile, a 100 metri dalla riva decine e decine di persone?».
D'ATTIS: LINEA DURA CONTRO GLI SCAFISTI
«Stamattina una nave con 105 migranti a bordo ha approdato a Brindisi e sono in corso le operazioni di soccorso, che sto seguendo con grande attenzione. La linea dura contro gli scafisti e a favore dell’immigrazione legale non può che trovare il nostro massimo sostegno e la più ampia condivisione». Lo dichiara il commissario regionale pugliese di Forza Italia, Mauro D’Attis. «Un dato è certo - aggiunge - il fenomeno dell’immigrazione non può essere inserito nel recinto della «solitudine» e l’Unione Europea deve essere in grado di tradurre il valore della solidarietà in atti concreti e fare la sua parte per la gestione di un problema che non può che essere comunitario. Purtroppo, nonostante la serietà del tema, registriamo che ci sia qualcuno che non perde il vizio di strumentalizzare politicamente e fare le solite e inutili passerelle mediatiche. Naturalmente, siamo al fianco del prefetto di Brindisi, Michela La Iacona, e di tutti gli operatori che in queste ore stanno lavorando per accogliere i migranti».
LE DICHIARAZIONI DEL GOVERNATORE PUGLIESE
Le attività di accoglienza sono state programmate in stretta collaborazione con le istituzioni locali durante gli incontri avvenuti in Prefettura nei giorni scorsi, a cui avevano partecipato il direttore sanitario della Asl Brindisi, Vito Campanile, e il direttore del 118, Massimo Leone.
“Stringersi la mano è un modo per dare il benvenuto anche a chi non parla la stessa lingua”, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, giunto sulla banchina per verificare operazioni di accoglienza, ha avuto modo di salutare uno per uno i migranti.
“Voglio ringraziare il Prefetto La Iacona per la sua regia straordinaria in questa, come anche in altre occasioni. Verrebbe da dire che non è difficile fare tutto per bene, anche se ci vuole tanta professionalità, tanto addestramento. Le operazioni più semplici in questi casi possono diventare complesse. Qui a Brindisi i vari livelli della Repubblica, lo Stato, la Regione, le Aziende Sanitarie, la Protezione civile, le Forze dell’Ordine, il Comune, si sono tra di loro coordinati con grande naturalezza secondo un principio di collaborazione leale, che ha sempre funzionato e che contraddistingue la Puglia. La mia gratitudine e il mio benvenuto a queste persone – ha aggiunto Emiliano - che vengono da posti terribili, dove si muore di fame, di ingiustizia, di guerra, di violenza. Nessuno lascia il proprio paese se non c’è una situazione di disperazione”.
“Ho un’esperienza ultradecennale in materia di investigazioni criminali di flussi migratori, da quando ero nelle Procure di Bari di Brindisi. Se non avessimo avuto i visti, i passaporti e i biglietti d’aereo e sui traghetti, non avremmo mai potuto cominciare le indagini. Tracciare l’arrivo delle persone è fondamentale per capire chi è buono e chi è cattivo. Se invece si costringono tutti, i buoni e i cattivi, ad utilizzare gli scafisti, è evidente che questi scafisti fanno affari ed è impossibile fermarli con le pene stabilite dal governo, che oltretutto saranno difficili da applicare, e in un certo modo anche ingiuste, perché talvolta gli scafisti sono disperati come quelli che vengono trasportati. E chi prende i soldi sono soggetti nell’ombra che non si sporcano le mani.
Quindi – ha concluso Emiliano - occorre utilizzare la tecnica che abbiamo sempre utilizzato: rendere possibile il viaggio, sia pure nelle difficoltà. Altrimenti il viaggio diventa un traffico illecito, come la droga o come le armi, e dunque oggetto di sfruttamento da parte della criminalità organizzata”.
Sul molo di S. Apollinare, questa mattina, ha seguito tutte le operazioni anche il Commissario straordinario della Asl Brindisi, Giovanni Gorgoni. "Al di là delle riflessioni e strumentalizzazioni, legate al tema dei migranti - ha detto Gorgoni - è un'umanità in viaggio che ha bisogno di accoglienza e in qualche caso di assistenza sanitaria. Circa quindici persone, tra cui qualche bambino e una donna incinta al settimo mese, sono state visitate oggi dagli operatori sanitari del posto medico avanzato".
Il direttore del 118, Massimo Leone, ha sottolineato che "lo sbarco dei migranti è stato preparato con un aggiornamento costante a cura del personale sanitario di bordo. Abbiamo trattato quindici persone: una donna incinta al settimo mese che è stata sottoposta a ecografia per accertare le buone condizioni di salute del bambino; alcuni migranti erano affetti da scabbia, cinque presentavano ustioni: per uno è stato necessario il trasferimento al Centro Ustioni dell'ospedale Perrino per una consulenza, ma è già stato dimesso".
Il posto medico avanzato del 118, utilizzato per le maxi-emergenze, è stato allestito nelle prime ore della mattina di oggi, 10 marzo, con 14 posti letto, di cui la metà di terapia subintensiva, e attrezzato come ospedale da campo con un'équipe di quattro medici, sei infermieri e dieci soccorritori. Sulla banchina erano presenti anche due ambulanze.