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Bitonto, luminarie antimafia prese a sassate. Sindaco: «Iniziative culturali continuano»

 
Redazione online

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Le luci erano state installate poche ore prima, anche nel punto dove due anni fa morì Anna Rosa Tarantino, l'anziana sparata per errore durante un regolamento di conti fra clan rivali

Lunedì 30 Dicembre 2019, 09:31

19:30

«Stanotte, mentre i nostri tecnici installavano le frasi e i nomi degli autori che sono morti per combattere le mafie in vista dell'inaugurazione di stasera, in via San Luca ignoti dalle teste disabitate hanno deciso di aggredire a sassate la frase "LA MAFIA UCCIDE, IL SILENZIO PURE". Riuscendo a distruggere il nome e cognome dell'autore, il grande Peppino Impastato». È quanto riportato sui social dal sindaco di Bitonto (Ba), Michele Abbaticchio, primo cittadino del paese dove erano state installate poche ore prima le luminarie antimafia, e dove stasera ci sarà la cerimonia in ricordo di Anna Rosa Tarantino, l'anziana morta per errore durante un regolamento di conti fra clan rivali. 

La manifestazione si terrà comunque, tanto che il sindaco ha specificato: «Informo i gentilissimi, visto che abbiamo evidentemente colto nel segno, che le iniziative culturali si ripeteranno ossessivamente proprio dove dimostrate che vi stiamo dando fastidio. Quelle frasi ve le imprimeremo in testa, davanti alla vostra casa. Continuate pure e vi ricorderemo, per ogni giorno della vostra esistenza, cosa significa la porcheria al quale avete consegnato la vostra vita. A stasera, cari bitontini. Tutti insieme contro questa montagna di escrementi. Ore 17, 30 in via Porta Robustina. Puntuali. Nel ricordo di Anna Rosa.»

Foto Facebook Michele Abbaticchio - un sindaco del Sud

«Rompere quella scritta è un atto gravissimo perché stanno pronunciando la loro azione di proprietà di quel borgo. Se le persone per bene non vengono supportate da azioni concrete, i criminali prenderanno sempre più spazi. Mi auguro un sussulto sociale». E’ il commento ai danni provocati alla scritta installata nel centro storico di Bitonto (Bari) per commemorare la morte di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia, reso all’Ansa dal testimone di giustizia Gennaro Ciliberto, ex referente pugliese dell’associazione 'Cittadini contro le mafiè, che si è dovuto allontanare da Bitonto anni fa dopo aver subito numerose minacce e atti intimidatori per le sue denunce.
«Il progetto di riconversione socio-culturale del centro storico è fallito - dice Ciliberto -. Ben vengano i moniti di denuncia e condanna da parte dell’amministrazione comunale, ma oltre le parole non c'è nulla. Non importano sfilate e cortei se poi non ci sono progetti quotidiani di recupero». Per Ciliberto a Bitonto, «avamposto della criminalità organizzata barese», si vive una condizione di diffusa «omertà per paura ma anche per convenienza, per assenza totale di garanzie da parte dello Stato per troppo tempo».
Il suo appello oggi è alla politica, affinché «metta in condizioni la società civile di reagire. Basta con la retorica delle parole del giorno dopo, bisogna fare prevenzione. Oggi al corteo, da dietro le finestre delle loro case, i delinquenti rideranno perché sanno che non seguiranno azioni concrete a quelle parole».

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