BARI - Per sottolineare la necessità di mettere in sicurezza l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) che vive un momento di crisi, «la Federazione nazionale della stampa promuoverà una iniziativa pubblica il 18 dicembre a Roma». Lo ha annunciato il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, a margine della prima giornata dell’ottavo congresso di Assostampa Puglia.
«Il Consiglio nazionale della Federazione - ha aggiunto Lorusso - che è convocato per il 18 dicembre, comincerà i suoi lavori in piazza, perché intendiamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico che sta discutendo la legge di Stabilità, la necessità di dare un segnale a un settore vitale per il Paese, attraverso la messa in sicurezza del suo istituto di previdenza». «Alla mobilitazione - ha sottolineato - Possono intervenire ovviamente tutti i giornalisti italiani».
Per Lorusso «non è accettabile che la politica non si faccia carico della necessità di mettere in sicurezza l’Inpi, perché salvaguardare l’istituto significa salvaguardare l’autonomia di una professione». «Va precisato - ha proseguito - che la situazione di disavanzo attuale dell’Inpgi non è frutto di cattiva gestione o di gestioni allegre, ma è il risultato di un decennio abbondante di stati di crisi ripetute da parte delle aziende, che hanno comportato l’uscita dal mondo del lavoro di numerosi colleghi che non sono stati assolutamente rimpiazzati».
«Noi non sottoscriveremo alcun accordo con alcuna azienda che non preveda, a fronte dell’uscita di giornalisti, l’entrata di altri giornalisti. Siano essi giovani o siano essi precari, che giovani purtroppo non lo sono più, da regolarizzare e stabilizzare. Noi non sottoscriveremo alcun accordo che preveda pensionamenti anticipati dove non ci sia l’esplicito riferimento all’ingresso di giornalisti». Lo ha detto il segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Raffaele Lorusso, a margine dell’ottavo congresso di Assostampa Puglia.
«Evidentemente - per Lorusso - nella maggioranza di governo c'è la volontà, che noi assolutamente non condividiamo, di far sì che il lavoro giornalistico possa essere indebolito sempre di più, tentando di dare la possibilità agli editori di mettere fuori dei giornalisti e di assumere figure esperte non si sa bene di cosa. Questo non è accettabile».
«E' singolare - ha sottolineato il presidente della Fnsi - che si voglia affrontare la difficoltà che il settore dell’informazione sta ancora vivendo, ricorrendo a una misura, quella dei pensionamenti anticipati, che è stata largamente utilizzata nell’ultimo decennio ma evidentemente non ha prodotto i frutti sperati». «Rispetto alla legge vigente che prevede a fronte di tre uscite una entrata obbligatoria - ha rilevato Lorusso - il governo ha in qualche modo cercato di accogliere quelle che erano delle nostre istanze. E va dato atto al sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, di aver ascoltato più volte le nostre richieste. E di aver abbassato questo rapporto facendo corrispondere a due uscite una entrata».
VERTENZA GAZZETTA, LE PAROLE DEL PRESIDENTE ASSOSTAMPA - «La risposta che ancora non siamo riusciti a ottenere è la seguente: se lo Stato deve legittimamente mettere sotto sequestro dei beni a un imprenditore, lo Stato poi deve essere o no in grado di gestirli?». Lo ha sottolineato il presidente uscente di Assostampa Puglia, Bepi Martellotta, intervenendo all’ottavo congresso della Associazione della stampa pugliese, sulla vicenda della Gazzetta del Mezzogiorno, commissariata in seguito al provvedimento del Tribunale di Catania che ha portato al sequestro finalizzato alla confisca delle quote del gruppo editoriale che fa capo a Mario Ciancio Sanfilippo.
«Stiamo parlando - ha evidenziato Martellotta - di informazione, di un valore costituzionale, del diritto dei cittadini pugliesi e lucani di avere ancora il loro principale organo di informazione su questo territorio». «Questo diritto - ha chiesto - lo Stato come vuole tutelarlo? Quello su cui ancora i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno non hanno ancora avuto una risposta è questo». "Mi auguro - ha concluso alla platea di colleghi - che questa comunità, molto compatta e molto unita, sia in grado di ottenere le risposte che non siamo ancora riusciti ad ottenere».