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La protesta dei commercianti
Federica Marangio
19 Luglio 2020
Un televisore staziona per le strade di Torre Lapillo da più di un mese. A nulla valgono le richieste di rimozione. E questo è niente. Abusivismo selvaggio? “All’ordine del giorno” rispondono con fermezza e malcelato disappunto. Non ne possono più di comunicare unilateralmente i commercianti della frazione di Porto Cesareo. Dovrebbero ricevere risposte puntuali e rassicurazioni dal Comune a cui appartengono le loro attività commerciali ma da Porto Cesareo si leva voce solo per “riscuotere”. Il resto tace. Rifiuti abbandonati per le vie? “Magari fosse solo questo il problema. Accade che cittadini o turisti mollino nei cassonetti prospicienti i nostri locali la loro spazzatura ovviamente non differenziando”. Tanto denunciano i proprietari delle attività che ritrovano puntualmente rifiuti non loro nei cassonetti. “A volte abbiamo anche ricevuto dei bigliettini che invitavano a differenziare. Cosa dobbiamo differenziare? I rifiuti dei turisti? Stiamo superando ogni limite. E in tutto questo naufragare di disagi acuiti dalla difficile congiuntura economica, il fatturato del mese di luglio si attesta sul 30% rispetto a quello degli anni passati. Per non parlare di giugno: abbiamo raggiunto a malapena il 10%”. Si sentono abbandonati a se stessi e si sono associati in una rappresentanza di commercianti, che nasce da una costola di quella di Porto Cesareo. Hanno eletto presidente Beppe Del Prete, proprietario dell’Angolo di Beppe e interagiscono attraverso epistole che mai ricevono risposte.
I disservizi non si contano. Vanno dai parcheggi in doppia fila, alla sporcizia che regna sovrana, al senso di inadeguatezza rispetto ad un territorio con un enorme potenziale. Lo diceva l’assessore regionale all’industria turistica Loredana Capone qualche giorno fa “un dato certo è che i turisti in Puglia non ritornano”. Ci si è chiesti il perché? Perché un mare cristallino e trasparente senza infrastrutture scoraggerebbe persino il più imperterrito amante della bellezza e autenticità di questa terra.
“Cosa chiedono i commercianti ora che manca un mese alla fine di questa estate, iniziata tardi e vissuta a braccetto con mille criticità?”
“Un tavolo tecnico per discutere dei nostri bisogni che corrispondono alle esigenze dei turisti: vogliamo garantire vacanze serene in un luogo da sogno che adesso vanta zero servizi. E, si sa, i servizi sono la vera anima del turismo. Le prossime elezioni sposteranno probabilmente l’attenzione, ma a cosa serve farsi eleggere portavoce di una comunità se poi non si è in grado di tutelare i suoi interessi?” Le domande che pongono rimangono aperte, ma si spostano nella medesima direzione: “perché gli emolumenti si versano al Comune di Porto Cesareo e questo stesso Comune se ne infischia di noi?”.
Verso la fine di giugno un incontro a porte chiuse con il primo cittadino Albano aveva dato qualche speranza con tanto di lettera sottoscritta. E poi? “Il nulla, come se fossimo dei fantasmi a cui non è dato essere presi sul serio”.
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