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Federica Marangio
14 Giugno 2020
Per sempre legato alla sua terra. È venuto a mancare Giuseppe Leuci, per tutti il professore Pino Leuci. Geologo, paleontologo, ingegnere, docente in pensione dell’Università Federico II di Napoli, pur viaggiando in ogni parte del globo accompagnato sempre dalla sua compagna di vita, Ulrica, non ha mai cambiato la sua residenza. Padre presente e “complice”, amico sincero, aveva sempre la parola giusta per portare conforto gettando uno sguardo ironico che strappava una risata anche nelle difficoltà. Probabilmente è questo il DNA degli uomini che nascono il primo giorno dell’anno, che si affacciano all’alba del nuovo anno con coraggio e determinazione.
Nato il primo gennaio del 1938 lo piangono i figli Marco e Stefania, Francesca e Chiara e non si contano gli amici sparsi per il mondo. Senza andare lontano, anche se lui di peregrinazioni ne ha compiute, i sampancraziesi si sono sempre sentiti orgogliosi dei suoi successi accademici. Pino Leuci è stata una di quelle figure delle quali non si attende la dipartita per commemorarle. Con la sua immensa umiltà, profondo conoscitore del territorio, scorrazzava per le vie del paese esibendo il suo amato “dialetto” nel quale rintracciava nodi con il latino, il greco attraverso romanzati racconti che affascinavano tutti gli uditori. Era capace di intrattenere per ore con le sue storie.
Uomo dalla commendevole fama e dalle illustri benemerenze didattiche lascia, tra le altre, una grande eredità al suo paese. Autore dell’unico dizionario sanpancraziese, merita che gli venga dedicata almeno una strada perché il suo anelito alla ricerca, il suo entusiasmo per la vita, il suo inconfondibile sorriso anche nel trattare temi complessi, rendendoli comprensibili, rimangano imperituri. Ha scoperto il dinosauro Ciro e ha donato una luce nuova sulle scoperte archeologiche del territorio. A febbraio ha tenuto le sue ultime lezioni all’Università UniTre, ma dialogare con lui si rivelava puntualmente una lezione. Il suo acuto giudizio, l’ironia e la propensione all’ascolto lo rendevano il mediatore ideale in ogni contesto. Ha firmato e coordinato numerosi lavori scientifici internazionali. La dedica del suo dizionario vale un manifesto “ai miei concittadini con l’augurio di ampliare i loro orizzonti non dimenticando le origini”. E Pino Leuci, appena il lockdown lo ha reso possibile, si è messo in macchina con Ulrica, direzione San Pancrazio Salentino ed è tornato a casa per sempre.
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