Sabato 06 Settembre 2025 | 23:53

I diritti dei bambini a partire dall’ascolto delle loro opinioni

 
Emanuela Megli

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La Basilicata non è a misura di bambino: mancano gli spazi

Il 2 e 3 febbraio, presso la Santa Sede si è svolto un Summit con i leaders mondiali per i diritti dei bambini: un Impegno Globale per il Futuro dell’Infanzia

Domenica 09 Febbraio 2025, 17:12

BARI - Il 2 e 3 febbraio, presso la Santa Sede si è svolto un Summit con i leaders mondiali per i diritti dei bambini: un Impegno Globale per il Futuro dell’Infanzia (www.worldchildrenday.com). Parte delle giornate sono state dedicate alla seconda giornata mondiale per i diritti dei bambini che si terrà il 27 e 28 settembre 2026 in Piazza San Pietro a Roma, grazie alla sensibilità di Papa Francesco, un tema che ora sarà portato anche al G20. 

“I bambini sono una cosa sacra e vanno protetti” afferma Liliana Segre, intervenuta al Summit. La convenzione ONU dei diritti del fanciullo garantisce ai bambini i diritti di esseri umani in quanto sono riconosciuti personalità individuali e autonome da tutelare. Ogni giorno muoiono 14.000 bambini per cause prevenibili e la violenza continua a essere un problema diffuso, così come le disuguaglianze nell'accesso ai diritti fondamentali.

I bambini ci guardano e aspettano le nostre risposte, attraverso azioni e parole. Il diritto alle risorse, per investire sull’infanzia non solo economicamente ma anche umanamente e socialmente, per consentire loro di vivere un’infanzia migliore. Il diritto all’istruzione, al cibo, alla sanità, il diritto alla famiglia, il diritto di vivere liberi dalla violenza dello sfruttamento, del traffico e dell’abuso. Il "World Leaders Summit on Children's Rights" rappresenta un appello forte e chiaro all’azione tempestiva. 

L’Ascolto delle opinioni del minore (art. 12), prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni

Su questo aspetto spesso c’è qualche incertezza di educatori, genitori, professionisti, tra un approccio che ritiene l’ascolto dei bambini un possibile atteggiamento buonista, che non educa, ma favorisce la stasi e mancanza di crescita del bambino. È un punto di vista di chi considera il bambino o l’adolescente incapace e bisognoso e che quindi minimizza i suoi pensieri e bisogni e tende a interpretarli secondo un punto di vista più adulto. In questo senso il bambino non ha quasi mai facoltà di esprimersi e se lo fa, o viene ignorato, o frainteso dalle attribuzioni degli adulti che valutano sulla base del proprio punto di osservazione. Questi adulti si appellano al valore della frustrazione e alla capacità del bambino o adolescente di sopportarla, come elemento chiave dell’educazione, il ché ha si valore, ma solo se la frustrazione è l’effetto diretto delle esperienze di crescita che il bambino compie sperimentando la propria autoefficacia e se sostenuto dall’amore e dalla stima costante del genitore per la sua persona al di là dei risultati. O all’eccesso opposto, c’è il bambino eccessivamente vittimizzato e ricompensato con surrogati dell’ascolto autentico, in modo disfunzionale, fino all’adulazione che lo rende tiranno e incapace di adattamento sociale.  

Ascoltare il bambino significa conoscerlo, vedere il figlio, per quello che è, con uno sguardo al presente e al futuro e al suo potenziale a cui tendere con fiducia nell’accompagnamento amorevole. Uno sguardo che non può essere saltuario e distratto, orientato solo al rispetto delle regole sociali, che tante istituzioni già offrono, quanto piuttosto alla stima e all’amore verso la dignità della sua persona individuale e autonoma. E per farlo è necessario mettersi in discussione e interrogarsi sul suo benessere, perché lo scopo della relazione affettiva è stare bene e crescere in salute, una meta a cui tutti gli altri moventi educativi devono essere subordinati, per concorrervi armoniosamente e che necessita di un’alleanza e di una fiducia profonda in continua costruzione. 

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Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.

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