La vita si può riassumere in una scelta: paura o amore? Si, perché oltre all’ascolto e all’elaborazione dell’emozione in sé, poi bisogna scegliere.
Bisogna scegliere se aprire la porta della mente, del corpo e dello spirito a pensieri, immagini e rappresentazioni che innescano la paura e di starla a sentire.
O se aprire la porta alla fiducia, alla speranza e all’amore, fermandosi con una mano morbida sulla testa per auto benedirsi, stringersi in un abbraccio caldo e sorridersi, affidarsi alla buona sorte o a Dio, piacendosi e volendosi bene.
Ci sarà il momento giusto per le valutazioni (non le critiche e i giudizi), per le riflessioni, per i ravvedimenti e per trovare le soluzioni a problemi vecchi e nuovi.
Ma intanto vivere con amore, essere amore per sé stessi e per altri. Ricominciare con lo scegliere i pensieri con cui ballare nella danza della vita, cambiarli, abbellirli, osando, pensando al meglio, sentendo di meritarlo, di essere degni, di essere all’altezza, di essere abbastanza.
Donare questa bellezza unica per non possederla solo per noi stessi, ma facendone dono, senza inorgoglirsi bramando sterili poteri.
È compiacersi della bontà e della bellezza del mondo, che abita anche dentro di noi.
Spostando il metro di valutazione dalla paura all’amore, dall’esterno all’interno, scopriamo un mondo bellissimo.
Scegliamo di essere chi siamo, riconosciamo ciò che viene da noi e ciò che viene da altro, ciò che è destinato a noi e che ci rende autentici e felici.
La paura può accompagnarci ma non può guidare le nostre scelte. Le scelte vere nascono dall’amore e dal valore che scegliamo di dare alla nostra vita.
E per amore si può osare, fallire, sopportare, soffrire, ma anche gioire, e rischiare di essere felici, di stare bene e di diventare veramente sé stessi.
La paura è lo stimolo, il prezzo da pagare per realizzare i propri progetti, perché un sogno si trasformi in realtà. E per farlo serve spinta, slancio e grinta, bisogna voler volare.
“La paura mi fa indietreggiare, con l’amore non soltanto vado avanti, ma volo!” Santa Teresa di Liseux
