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Essere donna/madre/lavoratrice in vacanza è una contraddizione

 
Emanuela Megli

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Emanuela Megli

Essere donna/madre/lavoratrice in vacanza è una contraddizione

mamme e lavoro foto Adriaeco

Vacanza oggi per molte donne, è anche smart working e per questo le cose si complicano

Sabato 17 Agosto 2024, 18:41

Partiamo da un assioma: essere donna/madre/lavoratrice in vacanza è una contraddizione in termini.

Innanzi tutto, dobbiamo capire cos’è vacanza... almeno per quei nuclei in cui le pari opportunità e la distribuzione dei carichi di cura sono ancora un miraggio. Spesso, infatti, che sia in città con uscite al mare, che in villeggiatura o in viaggio, si tratta per una donna di dover fare i conti con l’organizzazione della famiglia, tra valigie da preparare per i più piccoli alla partenza e robe da lavare e sistemare al ritorno, riordinare, pulire, prendere accompagnare i figli nelle loro richieste e necessità per essere più disponibili che durante l’anno. Incastrare tutto poi, nella quotidianità al rientro, che richiede di far fronte agli adempimenti scolastici. Tra libri da ordinare e acquistare, grembiuli e moduli da compilare, iscrizioni ad attività sportive ed extrascolastiche e coordinamenti con i tempi della città e della famiglia. 

Sono molte le famiglie che hanno deciso di non andare più in vacanza, anche perché quelle con tutti gli agi, sono diventate proibitive (per Eurostat 2024 nemmeno una settimana di villeggiatura all’anno per le famiglie). 

Ma vacanza oggi per molte donne, è anche smart working e per questo le cose si complicano: spesso sotto loggiati di ville o salotti di case condivise con le famiglie di origine, parenti e nipoti che scorrazzano, se non proprio da sole, con i bambini che vanno seguiti per necessità varie, da un semplice bisogno di bere e mangiare, ad una caduta, fino alla necessità di dirimere un bisticcio con i fratelli e sorelle, se non di dover trovare un’alternativa alla solita programmazione Tv e Device, che spengono fantasia e creatività dei più piccoli, generando sensi colpa in chi dovrebbe garantirgli un’offerta adeguata di esperienze e opportunità almeno in “vacanza”. 

Le donne sentono il bisogno di esserci e di partecipare alla vita sociale ed economica del pianeta e del suo sviluppo e la questione della parità di genere andrebbe affrontata per la qualità e varietà dei contributi diversi che esse possono offrire alla popolazione umana e non in ottica di vittimizzazione del problema di genere. Ma la presenza di queste “barriere” culturali ancora presenti soprattutto nei nuclei famigliari, non consentono di sottacere le motivazioni del gap di genere ancora fortemente presente. 

Dalle donne si vorrebbe che fossero pronte, disponibili “a dare” all’infinito e a fondo perduto, ma questo non è possibile, poiché il prezzo da pagare è troppo alto: o l’autoesclusione dal lavoro o lo stress perennemente latente, per il conflitto famiglia lavoro. E quando non sono pronte e disponibili si attribuisce loro una questione di capacità, sulla base di aspettative del partner/coniuge maschio o della società e comunità circostante, in cui spesso sono più le donne che non lavorano o che svolgono lavori che consentono loro maggiore conciliazione famiglia lavoro.  

E allora per queste donne è necessario chiedersi, a pochi giorni dal rientro, quali “vacanze”? 

Sarà utile concedersi dei giorni da sole, delegare un po' il management domestico e la genitorialità al papà, se c’è o, a figure di supporto, concedendosi più aiuti dei periodi normali. E non perché da sole non si può o non si è capaci, ma “perché è meglio” per il recupero delle forze e delle energie avere dei momenti per sé stesse, poter prendersi cura dei propri bisogni di donne, curando la propria personalità oltre i diversi ruoli che risucchiano nel quotidiano e a cui sembrerebbe non ci sia mai fine. 

Sarà di conseguenza anche l’unico modo per essere “pronte” a curare affettuosamente della famiglia, della casa e dell’organizzazione, oltre che del supporto affettivo e psicologico dei propri cari, come una buona educazione richiederebbe, necessariamente in alleanza e alternanza con l’altra figura educativa o di aiuto di cui esse dovrebbero poter disporre.

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Emanuela Megli

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Biografia:

Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.

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