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Alluvione in Emilia Romagna, solidarietà nella calamità: la banalità del bene

 
Emanuela Megli

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Emanuela Megli

Alluvione in Emilia Romagna, solidarietà nella calamità: la banalità del bene

I nostri valori sono quegli aspetti importanti che a molti possono sembrare banali. Scontati. Cose di cui è inutile parlare. 

Sabato 20 Maggio 2023, 16:54

BARI - Perché si scatena la solidarietà nelle calamità? 

Perché nonostante il disastro, al quarto giorno dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, le persone, cronisti, vittime, esperti, hanno iniziato a mettere in luce l’aspetto dell’unione e della collaborazione tra gli abitanti, definendolo come l’aspetto positivo da sottolineare?

I nostri valori sono quegli aspetti importanti che a molti possono sembrare banali. Scontati. Cose di cui è inutile parlare. 

Però è importante leggerli e ricordarli, perché sono l’anima della vita. Ciò che fa rinascere la bellezza e la gratitudine quando a causa di momenti di crisi vengono a mancare, riportandoci all’essenza dell’essere umani e alla nostra umiltà. Ne abbiamo consapevolezza? 

Al contrario quando viviamo tiepidamente, dando per scontato ciò che siamo, come stiamo, cosa abbiamo, finiamo per ingrigirci e imbrutirci, posando lo sguardo su ciò che manca, invece che su ciò che c’è. Ci anestetizziamo anche nei confronti di chi sta peggio e di chi sta male, legittimando il nostro “status”, come se fosse stato acquisito per merito. Se qualche merito abbiamo, è certamente quello di aver fatto fruttare abilità e capacità, proseguendo nell’opera di costruzione della vita in noi e intorno a noi. Ma dobbiamo riconoscere che per una buona parte la nostra vita è anche un insieme di circostanze fortuite che ci colgono talvolta impreparati. Saper gestire dunque le condizioni in cui ci troviamo, fa anche parte della nostra capacità, ma la nostra storia personale è soprattutto un intreccio di persone e circostanze interdipendenti e fortuite in cui ci siamo trovati. 


Questo significa che abbiamo un debito umano nei confronti di coloro che, per cause altrettanto fortuite, si sono trovati in condizioni meno vantaggiose, se non proprio peggiori. E che la nostra solidarietà o beneficenza, non può diventare solo un gesto di generosità in grado di acquietare un sottile senso di colpa (quando ancora è avvertito), ma deve essere un dovere di umanità, che riconosce l’interdipendenza del genere umano, una relazione ontologica di simili, che può generarsi e sopravvivere solo se si riconosce come unicum.


La nostra coscienza morale si è anestetizzata, confondendo l’accesso ai diritti universali del genere umano in interventi di solidarietà una tantum, mentre la discriminazione delle diseguaglianze avanza, spesso silente, dietro un’idea di meritocrazia, che non tiene conto delle condizioni generali del sistema in cui persone simili tra loro e legate da uno stesso destino, si trovano a nascere, a crescere, a vivere e a sopravvivere. L’educazione della coscienza è responsabilità di tutti per risvegliare la sensibilità contro l’indifferenza permissiva strutturale, che confonde ciò che è legale da ciò che è eticamente buono (prof. Cecilia Di Lascio, 2022) e che genere un malessere diffuso. Il politico e scrittore Igino Giordani analizzando le cause della guerra e della violenza affermava: bisogna ricostruire una coscienza. Nell’attuale paradigma tecnocratico l’azione umana è stata cosificata spostando la dimensione etica della convivenza dalla relazione alla produttività, un’etica individualista del risultato rispetto a parametri esterni di un programma definito di interessi. 


Sarà anche per questa ragione che si verifica il paradosso in cui quando la vita ci toglie le certezze che credevamo di avere, quando crollano effimeri ideali a causa di crisi e calamità, rinascono in noi i principi e i valori fondanti della persona, siamo più capaci di riconoscere cosa conta, cosa vale, quei valori, che ci ricordano chi siamo, oltre l’individualità, verso il “noi”, la convivenza di senso della comunità in cui la persona si forma e si evolve, creando valori relazionali.


Come sarebbe se riuscissimo a ricordarci il valore di essere “insieme” ogni momento? 

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Emanuela Megli

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Biografia:

Un blog per saperne di più sul “SAPER VIVERE” di ogni giorno e sul decidere come comportarci, facendo chiarezza sulle parole e sui fatti, potendo avere un punto di vista utile per avere sempre più un’opinione personale su lavoro, scuola e famiglia. Ecco una serie di strumenti per poter comprendere gli eventi della vita e saperli gestire al meglio. Tutto questo è Agil@mente. A cura di Emanuela Megli, donna e due volte mamma, imprenditrice, Formatrice Coach di Soft Skills e scrittrice.

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