Dopo ti abbraccio, dopo ti ascolto, dopo parliamo…
C’è una dimensione dell’esistenza che traccia una linea retta che va dal principio verso la fine, da dietro verso avanti e che va da sinistra verso destra e a seconda della nostra posizione rispetto a questa linea, il tempo scorre davanti a noi o attraverso di noi e possiamo vivere e fare progetti a lungo termine e investimenti su noi stessi e sul nostro futuro. Una linea del tempo.
C’è una dimensione progettuale a lungo termine, che nel tempo attuale - del presenzialismo (volere tutto e subito) - si è persa, come ad esempio nei progetti delle relazioni a lungo termine, nei progetti di apprendimento, nei lavori e nelle esperienze professionali in cui investire e raccogliere frutti a lungo termine, dando un valore al tempo necessario e all’attesa operativa.
È anche vero, che per chi progetta a lungo termine con efficacia e ha una visione della vita per progetti, guardando la “time line” dall’esterno, è più difficile stare nel proprio presente ed agire consapevolmente nel presente, ricordando che solo in quel momento i pensieri che abbiamo, le scelte che facciamo, diventano azioni che danno vita al futuro in divenire.
Un buon equilibrio richiede entrambe le prospettive. Avere una visione e un programma a lungo termine, segmentarlo in un programma a medio e breve termine e infine saper “stare” nel presente con qualità, fiducia e abbandono al dono che la vita ci offre, spesso cambiando imprevedibilmente i nostri piani.
Una sana dose di gestione del tempo e una sana dose di fiducia nel flusso della vita, che se accolto con occhi gentili, sarà occasione per ridisegnare creativamente il nostro progetto, abbellendolo con tocchi da artista. Canalizzando quindi ogni esperienza, nel disegno più ampio della vita, riconoscendo che una parte della nostra esistenza ci è data e l’altra è costruita, responsabilmente. Santa Madre Teresa di Calcutta, parlava di “essere una matita nelle mani di Dio”. Una matita in ascolto attivo, tuttavia, che poi agiva anche grazie al proprio contributo. Così ciascuno di noi è in un dialogo - consapevolmente o no - con un proprio “dover/poter essere” da svelare a sé stessi, attraverso l’ispirazione a modelli di vita interiorizzati e riscelti (o ridefiniti), per adoperarsi nel proprio “essere” al lavoro, in famiglia, nella società.
Essere nel qui ed ora, la saggezza che si ritrova in molte religioni e filosofie, in grandi uomini e donne della storia, significa cogliere l’essenza degli attimi in cui manifestare quel dono attraverso il “ci sono”: un abbraccio, una parola gentile, l’ascolto, un gesto di servizio fatto con cura, una parola di aiuto, una carezza fatta di sguardi, l’apprezzamento della bellezza che ci circonda.
È la vita che passa in un attimo “colto”.
Realizzando il nostro giardino che abiteremo domani. Ci evita di entrare in un torpore di colori freddi e scuri e di perdere il vero gusto di vivere nel viaggio della vita e di svegliarci un giorno, avendo smarrito il senso dell’esistenza e di aver scambiato i progetti della vita per la vita stessa, negli attimi che la compongono. La vita è il progetto nel presente che va vissuto. Come diceva Chiara Lubich sul momento presente, parafrasando una sua metafora: se sei nel treno che ha già la sua direzione, puoi sederti a goderti il viaggio perché metterti a correre all’interno dei vagoni non farà arrivare prima il treno a destinazione.
È quanto rappresentato nel film Era Ora (commedia, sentimentale del 2022 di Alessandro Aronadio), in cui l’obiettivo del protagonista Dante, di fare una bella vita e di farla fare ai suoi cari, si traduce in scelte quotidiane in cui lui è assente per dedicarsi al lavoro ed entra in una specie di incubo in cui giorno dopo giorno, passa un anno dopo l’altro e, per qualche ragione che non comprende, la vita gli sfugge dalle mani, perdendo le cose più belle che accadono e soprattutto perdendo le cose e le persone che ama. Proprio quelle per cui ha fatto tante scelte di lavoro e di crescita professionale. È solo ritornando a fare delle scelte nel presente, che inverte il processo di accelerazione del tempo, riprendendosi la sua vita con le priorità e i valori che per lui contano. “Cosa vuoi fare tu?” le parole con cui restituisce un volto e una alterità da sé alla figlia, un soggetto d’amore che ora lui vede. E lei: “voglio più tempo insieme”. “Voglio stare con te”, sono le parole con cui Dante ritorna alla sua vita, “A fare cosa?” gli chiede la compagna, “niente, stare insieme a fare niente, ma stando insieme” … prosegue lui.
Spesso dietro un’idea di bene, rincorriamo progetti che ci tolgono dal nostro presente, ottenendo esattamente il contrario di ciò che avremmo voluto. Se il nostro obiettivo è stare bene e godere degli affetti, ci dobbiamo assicurare ogni giorno di vivere questo valore nella nostra vita insieme alle persone con cui abbiamo scelto di esserci, con azioni concrete e in assonanza emotiva. Mentre siamo anche impegnati a raggiungere dei risultati che - forse – costituiranno altri modi di far stare bene noi stessi e le persone che amiamo a lungo termine.
Possiamo chiederci: cosa accadrebbe nella mia vita se ogni giorno, ogni momento, i miei comportamenti esprimessero i miei valori, ciò che conta davvero per me nella vita?