Sulle polemiche per i deficitari arbitraggi nelle gare delle semifinali con il Latina Alberti ha glissato: "Non troviamo mai alibi". Anche il tattico dello staff tecnico, Nunzio Zavettieri, ha rimarcato l’identità della squadra affermando di sentirsi "barese dentro", e ha mostrato una maglia con il simbolo del polpo e la scritta "ì so d’Bar". Sul piano sportivo ha puntualizzato che la squadra è cresciuta strada facendo e "ha cambiato il modo di pensare nel gestire trovare le soluzioni sugli avversari". La partita più bella per Zavettieri (che andrà via a fine giugno) è stata la vittoria in casa con l’Empoli, mentre resta il rammarico per aver disputato i play off senza "tutte le frecce dell’arco", a causa degli infortuni di Romizi e Nadarevic. Infine un appello: "Dopo questa stagione bisogna ripartire dal sentimento della gente di Bari, a prescindere da chi sarà l’allenatore". A
nche Giovanni Loseto, bandiera del Bari e collaboratore per la preparazione degli schemi difensivi, ha raccontato le sue emozioni: "Anche un guerriero come me ha un cuore. Non piangevo dalla morte di mia madre molti anni fa: le lacrime sono state irrefrenabili quando siamo rientrati da Latina, accolti dai tifosi all’aeroporto. C'era tanta rabbia. Ci hanno tolto qualcosa in due partite con i pontini (riferito agli arbitraggi ndr). Lo staff ha fatto capire la baresità ai ragazzi. In campo Sciaudone e compagni sputavano sangue per la maglia come il Bari dei baresi, con Loseto, De Trizio e Cuccovillo". Alberti si è poi soffermato sulla gestione collegiale tecnica: "Con Zavettieri e gli altri componenti ci siamo divisi i compiti. I risultati dicono che la formula ha funzionato". Tutti gli intervenuti hanno poi ringraziato il ds Guido Angelozzi, vero king maker della stagione del Bari, a cui hanno riconosciuto il merito di aver supervisionato il lavoro, non facendo mai mancare nulla alla squadra nonostante le dimissioni dell’allenatore Gautieri in estate e il recente fallimento del club.