Lunedì 06 Ottobre 2025 | 19:44

Bari, spari contro chi non pagava il pizzo per i botti di Natale: 15 anni al figlio del boss Caldarola

 
Redazione online

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Bari, denunciate 4 giovani donne «fuochiste» di Triggiano

Estorsioni ai venditori abusivi di fuochi nel quartiere Libertà: chi non pagava subiva minacce e colpi di pistola. Condannati tre uomini vicini al clan Strisciuglio

Lunedì 06 Ottobre 2025, 17:22

17:43

Il gup di Bari Antonella Cafagna ha condannato a pene dai due anni e quattro mesi a quindici anni di reclusione tre imputati, ritenuti affiliati al clan Strisciuglio, finiti a processo (in abbreviato) con l'accusa di aver chiesto il 'pizzo' ai venditori abusivi di fuochi d’artificio del quartiere Libertà di Bari. Per punire uno dei venditori che si era rifiutato di pagare - secondo le indagini - la notte del 24 dicembre 2018 avrebbero sparato alcuni colpi di pistola contro la saracinesca del suo locale.

La pena più alta, ma disposta in continuazione con precedenti condanne già definitive (tra cui Vortice Maestrale a 6 anni), è stata inflitta al 25enne Ivan Caldarola, figlio del boss Lorenzo. Gli altri due imputati, Antonio Raggi e Saverio De Santis, sono stati condannati rispettivamente a otto anni (anche questa in continuazione) e a due anni e quattro mesi di reclusione. Il pm Marco D’Agostino della Dda di Bari aveva chiesto 10 anni di reclusione per Caldarola, 6 anni e 7 mesi per Raggi e 4 anni e 8 mesi per De Santis.

Il gup ha disposto un risarcimento anche per la Regione Puglia e il Comune di Bari, parti civili nel processo. Agli imputati erano contestati a vario titolo i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione d’arma da fuoco e alcuni episodi di spaccio di droga.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Bari - i tre imputati avrebbero chiesto dai 100 ai 300 euro a bancarella. In un’occasione, Caldarola avrebbe anche chiesto 4mila euro, oltre a mille in fuochi d’artificio, per «dare il pensiero» al padre Lorenzo, per mantenere amici e parenti in carcere e per la «spesa di Natale».

L’inchiesta nasce da una più ampia indagine sul controllo dello spaccio nel quartiere Madonnella di Bari e sui contrasti tra i clan Strisciuglio e Palermiti per il predominio sulla piazza.

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