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Xylella, non ripartono
i monitoraggi nei campi

Xylella, non ripartono
i monitoraggi nei campi

 
Xylella, non ripartono  i monitoraggi nei campi

La Commissione europea irritata. Situazione compromessa

Mercoledì 19 Luglio 2017, 11:52

di Marco Mangano

BARI - La Xylella Fastidiosa - la batteriosi killer degli ulivi - avanza indisturbata verso il Nord della Puglia all’indomani dell’ultimatum comunitario con cui Bruxelles ha ordinato gli sradicamenti senza possibilità di proroghe. I monitoraggi della Regione - dopo un lungo e pericoloso stop - avrebbero dovuto ripartire lo scorso lunedì, ma ciò non è avvenuto suscitando irritazione nella Commissione Ue.

Quelli che fino a qualche mese fa erano soltanto moniti di Bruxelles all’Italia, si sono trasformati in ultimatum. La Commissione europea qualche giorno fa non ha usato mezzi termini e ha mostrato di avere esaurito la pazienza: è pronta a elevare sanzioni molto dolorose se la Puglia manterrà la linea morbida. A Bruxelles nulla importa dei ricorsi al Tar cui si sono rivolti numerosi proprietari di alberi colpiti da decreti di sradicamento. La Commissione pare disgustata dalla distribuzione di modelli (denunciata dalla Gazzetta) effettuata da uno pseudo-movimento per opporsi agli abbattimenti di ulivi ammalati.

Se si percorrono alcuni tratturi che nel Salento si snodano fra i meravigliosi uliveti, si constata che la situazione è vicina al punto di non ritorno. Le arature - necessarie a distruggere le uova dell’insetto vettore, la sputacchina - state effettuate con il contagocce, nonostante la Commissione Ue le abbia ordinate da moltissimo tempo (erano previste nei piani stilati dal generale Silletti, l’ex commissario delegato del governo per contrastare l’avanzata della patologia). E - a quanto si apprende in ambienti comunitari - la Commissione non avrebbe digerito affatto il mancato utilizzo di pesticidi, necessari per arrestare la terribile batteriosi.

Nel Nord Barese è ormai scattato il conto alla rovescia: fra i produttori oleari di alta qualità c’è chi, con il muso lungo, afferma: «Les jeux sont faits» e dargli torto appare un’operazione complessa. Occorre realismo: la patologia arriverà in quelle aree, la speranza è che approdi il più tardi possibile. L’individuazione di un ulivo colpito dalla malattia in un’area di servizio fra le località turistiche di Rosa Marina e di Monticelli (marine di Ostuni) ha accresciuto le paure. Ha fatto comprendere che il trasporto passivo (la sputacchina si ripara sotto i teloni dei camion) può far compiere salti lunghissimi all’insetto vettore.

«L’aut aut dell’Ue, pronta a formalizzare la procedura d’infrazione nel caso in cui l’Italia non attui le prescrizioni comunitarie imposte, non deve essere sottovalutato perché la Puglia rischia di mettere a repentaglio i passi avanti, anche in termini di ritrovata credibilità, fatti dalla Regione in sede comunitaria», afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele .

«I monitoraggi sono fermi da febbraio scorso - denuncia - e avrebbero dovuto ripartire ad aprile. Il ritardo fin qui accumulato doveva risolversi ieri (lunedì per chi legge, ndr), ma la campagna ha subito un ulteriore slittamento. Eppure l’apertura dell’Ue al reimpianto era stata “facilitata” dalla prima seria campagna di monitoraggio, invocata da Coldiretti Puglia fin dall’estate del 2014, che ha individuato, con la migliore precisione possibile, il margine più settentrionale del contagio, così come non si può più derogare all’obbligo che ogni focolaio vada affrontato secondo normativa. Rinnoviamo - conclude Cantele - la richiesta all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari di convocare un tavolo permanente, dove poter condividere e accompagnare le necessarie strategie di contrasto alla Xylella con una più attiva partecipazione territoriale».

Da registrare l’intervento di ieri del prof. Riccardo Valentini nel summit di Lecce sulla ricerca per la lotta al patogeno che sta distruggendo gli ulivi della Puglia meridionale: «Il dramma Xylella Fastidiosa nel Salento è un problema di portata storica, per questo lancio l'appello ai colleghi di tutto il mondo affinché vengano a vedere cosa sta succedendo e provino, ciascuno per le proprie competenze, a collaborare nella ricerca di una soluzione».

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