Per Legambiente c’erano Stefano Ciafani, responsabile scientifico dell’associazione, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto. Questo il loro commento alla fine dell’incontro: «Apprezzabile il dialogo ma alle parole devono seguire i fatti. Irrisolti tanti problemi ambientali del polo siderurgico e dell’area industriale. Servono interventi rapidi ed efficaci contro l’inqui - namento atmosferico».
«E' stato un momento importante - commenta l'ingegner Giancarlo Quaranta dell’Ilva che ha ricevuto Legambiente insieme all’ingegner Adolfo Buffo - perchè per la prima volta l'Ilva e Legambiente hanno avuto modo di confrontarsi sullo stato dell'ecosostenibilità dello stabilimento e iniziare, quindi, un percorso di dialogo e di confronto. Ci ha fatto piacere che Legambiente abbia potuto constatare quanto fatto in questi anni nell'adozione delle migliori tecniche disponibili e nel processo di ambientalizzazione dello stabilimento. E prendiamo atto favorevolmente della richiesta di Legambiente nel mantenere lo stesso impegno per la più ampia sostenibilità dell'impianto».
«Alle parole e alla disponibilità al confronto devono seguire fatti concreti» rimarca Legambiente, che fa sapere di aver «esposto all’azienda le proprie preoccupazioni su tutte le criticità ambientali ancora irrisolte dello stabilimento tarantino, a partire dalla necessità del rilascio di una Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rigorosa nelle prescrizioni e nei tempi di ammodernamento impiantistico. Sono stati affrontati diversi temi come la riduzione delle emissioni in atmosfera di tutti gli inquinanti - in primis diossine, Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), benzo( a)pirene e polveri -, l’annosa questione dei parchi minerali, l’adeguamento urgente di tutti gli impianti, a partire dalle cokerie e dalle acciaierie, nel rispetto delle migliori tecniche disponibili (Bat), i ritardi nelle bonifiche del Sito di interesse nazionale e il problema dell’approvvigionamento idrico e degli scarichi delle acque reflue».
Legambiente ha quindi fatto presente all’Il va che «l’approvazione della legge regionale sulla diossina, i monitoraggi dell’Arpa sugli scarichi in atmosfera e l’inaugurazione dei primi impianti per ridurre il pesantissimo impatto ambientale del polo siderurgico non sono frutto del caso ma figli della mobilitazione di Taranto, che ha coinvolto positivamente le istituzioni locali e una parte importante del mondo del lavoro. Non bisogna, ora, abbassare la guardia ma mantenere alta la tensione sociale e proseguire in questa direzione. La strada per debellare l’inquinamento atmosferico di Taranto è ancora lunga. Legambiente continuerà la sua battaglia “in nome del popolo inquinato”».
Sui problemi specifici, queste, infine, alcune richieste di Legambiente: «Diossina: rispetto della tempistica prevista dalla legge regionale per la riduzione delle emissioni di diossina in atmosfera che devono rientrare nel limite di 0,4 nanogrammi per metro cubo (ng/m3) entro la fine del 2010, e realizzazione del sistema di campionamento in continuo della diossina; Parchi minerali: prevedere a breve la copertura dei parchi minerali per ridurre le emissioni atmosferiche di polveri; Cokerie: gli interventi sono fondamentali perché è da qui che vengono emesse le maggiori quantità di Ipa in generale, e di Benzo(a)pirene in particolare, inquinanti altrettanto pericolosi delle diossine».
















