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Quattromila tonnellate di rifiuti speciali abbandonati tra Puglia, Basilicata e Campania: 9 imprenditori arrestati I NOMI

Quattromila tonnellate di rifiuti speciali abbandonati tra Puglia, Basilicata e Campania: 9 imprenditori arrestati I NOMI

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

L'operazione della Dda di Lecce con i carabinieri del Noe. Nel mirino le province di Taranto e Matera e le aree agricole del Cosentino

Mercoledì 05 Febbraio 2025, 07:56

10:37

I carabinieri del Noe di Napoli hanno eseguito 9 ordinanze cautelari personali e reali disposte dal Gip di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di un gruppo di imprenditori ritenuti responsabili di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, provenienti prevalentemente dalla regione Campania. I carabinieri del Noe di Lecce sono agli ordini del Tenente colonnello Dario Campanella e coordinati dal pm Milto De Nozza.

Circa 4000 le tonnellate di rifiuti speciali abbandonati dall’organizzazione criminale in capannoni in disuso della provincia di Taranto e Matera e in aree agricole della provincia di Cosenza. Ottanta i Carabinieri del Noe e dell’Arma territoriale impegnati nell’operazione.

Sono 9 gli indagati finiti agli arresti domiciliari tra cui Claudio Botticelli, imprenditore laziale ritenuto dagli inquirenti l'organizzatore del sistema e difeso dall’avvocato Giuseppe D’Ippolito: l'uomo è l'amministratore unico della Eko, la società titolare dell'impianto di conferimento rifiuti sotto sequestro che sulla carta sarebbe stato di 3mila e 300 tonnellate di rifiuti in realtà scaricati in siti non autorizzati. A Botticelli si sarebbero affiancati con il ruolo di intermediari il casertano Raffaele Arzillo e il tarantino Stefano Alfonso Friolo, rispettivamente legale rappresentante e socio della «A.F. Ambiente». E poi altri due tarantini: Giuseppe Dimaggio, individuato come «socio occulto» della «Bgs srl» con il compito sia di predisporre la documentazione amministrativa per i falsi conferimenti che di stoccare i rifiuti in area anche di sua proprietà, ed Emanuele Calvelli anche lui proprietario di un sito in cui sarebbero stati abbandonati i rifiuti. A questi si aggiungono gli imprenditori di Bari e della provincia, Raffaella Amoruso e Paolo Bisceglia, rispettivamente amministratrice unica e amministratore di fatto della società «La Rinascente srls»: la prima aveva il compito per gli inquirenti di ricevere il denaro derivanti dall'illecita gestione dei rifiuti che veniva fatto risultare quale compenso per fittizie attività di consulenza al trasporto o di intermediazione, svolta, anche in questi casi, in assenza di iscrizione con il ruolo di organizzatore. E infine, l'elenco degli indagati arrestati, difesi tra gli altri anche dagli avvocati Enzo Sapia e Davide De Santis, si chiude con gli altamurani Giovanni Incampo e il calabrese Lorenzo Francese.

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