Mattarella a Bari per il Festival delle Regioni: la cerimonia al Piccinni. «Istituzioni non si limitino a visione di parte». Rivedi la diretta
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Redazione online
In apertura i saluti istituzionali del sindaco di Bari, Vito Leccese. Intervenuti tra gli altri, Michele Emiliano e il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga
Domenica 20 Ottobre 2024, 18:10
21 Ottobre 2024, 08:16
BARI - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato al teatro Piccinni di Bari dove ha partecipato alla cerimonia inaugurale della terza edizione del Festival delle Regioni e delle Province autonome, 'L'Italia delle Regioni', in programma sino al 22 ottobre prossimi.
Ad accogliere il capo dello Stato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il sindaco di Bari, Vito Leccese. Tema di questa edizione è 'La Regione del Futuro tra digitale e green: quali competenze per azzerare le distanze?'.
In apertura i saluti istituzionali del sindaco di Bari, Vito Leccese. Sono intervenuti tra gli altri, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Michele Emiliano, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga. Rivedi la diretta dell'evento.
L'ARRIVO DEL PRESIDENTE MATTARELLA AL TEATRO
Un lungo applauso e un coro di bambini e di piccoli musicisti che hanno suonato l’inno d’Italia hanno accolto il presidente della Repubblica, Sergio Matterella, al suo ingresso nel teatro Piccinni di Bari dove si svolge la cerimonia di apertura della terza edizione del Festival delle Regioni e delle Province autonome. Mattarella, accolto nel foyer del Teatro dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha preso posto in prima fila fra il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli.
IL DISCORSO DI MATTARELLA
«Le istituzioni appartengono e rispondono all’intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al Festival delle Regioni e delle Province autonome a Bari.
«Tra le istituzioni e all’interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità». «Vi sono, in particolare dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose - approfondendo solchi e contrapposizioni - ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi». Questa «attitudine - aggiunge - è parte essenziale della vita democratica».
«Tutti dovremmo affrontare il tema della transizione ecologica con la determinazione che caratterizza l’approccio dei più giovani. A loro è chiaro come la natura non possa più essere considerata come una risorsa da utilizzare e da sfruttare e come le risorse del pianeta non siano illimitate e non possano riprodursi all’infinito». «Da qui l’urgenza - ha aggiunto - di intervenire attraverso politiche lungimiranti e responsabili che stabiliscano obiettivi e riescano a mobilitare le risorse economiche e suscitare investimenti necessari. Politiche coerenti e stabili nel tempo che creino un clima di fiducia e promuovano, con strumenti efficaci, quei cambiamenti dei comportamenti e degli stili di vita richiesti da un processo così impegnativo. Contrastare il cambiamento climatico e proseguire con decisione sulla via della de-carbonizzazione sono obiettivi irrinunciabili. Per conseguire gli obiettivi della transizione ecologica e di quella digitale «occorre fare leva su una governance sovranazionale».
«L'Unione europea, come noto, - ha aggiunto - ha assunto tra le sue massime priorità le due transizioni ed è innanzitutto in quella sede che l’Italia deve fornire il suo contributo e far valere le sue posizioni. Esiste anche il problema, anche attraverso l’Unione europea particolarmente, di rendere efficace la governance internazionale di entrambi i processi che rivestono una dimensione globale e richiedono di essere affrontati tenendo conto delle specificità culturali, sociali ed economiche delle diverse aree del pianeta».
«Emerge con forza la necessità di un adeguato sistema di governance che favorisca lo sviluppo dell’intelligenza artificiale assicurando che venga utilizzata per affermare e non per violare la dignità delle persone». Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella parlando al Festival delle Regioni e delle Province.
«Come sempre nella storia - ha osservato - i risultati che la scienza consegna all’umanità aprono grandi prospettive di progresso e presentano rischi di utilizzazione perversa. La scelta è affidata alle persone». Sul fronte dell’IA, è stato il suo ragionamento, «ci si chiede se si sia avviata una nuova rivoluzione: così come quella industriale ha surrogato la forza fisica, sostituendo le macchine alle persone, così adesso l'intelligenza artificiale appare, secondo taluno, destinata a surrogare le capacità intellettive proprie degli esseri umani. Si pongono, con evidenza, rilevanti interrogativi di natura etica». «Quali decisioni - ha aggiunto - devono rimanere saldamente nelle mani degli esseri umani e quali possono essere delegate a un supercalcolatore? Pensiamo davvero che una macchina possa sostituire un medico nella cura delle persone o un giudice nello scrivere una sentenza? Non si può fare a meno di riflettere sulla irripetibilità di ogni singola persona umana e sulla irripetibilità di ogni situazione di vita». «Non vi è dubbio, d’altronde - ha aggiunto il presidente - che l'intelligenza artificiale possa dare un grande contributo allo sviluppo del benessere dell’umanità e fornire un apporto di grande beneficio alla soluzione di problemi globali, ivi inclusi quelli di natura ambientale. Pensiamo alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella gestione delle risorse idriche e nell’organizzazione del sistema dei trasporti. Nella medicina, dove può aprire grandi prospettive di speranza. Pensiamo ai progressi nella telemedicina che accrescono le possibilità di cura delle persone anche nei Paesi più poveri».
«Quali rischi si corrono se il ritmo veloce di sviluppo e le sempre più ampie applicazioni della AI rimangono appannaggio di un numero limitato di soggetti globali dotati di enormi risorse e che, nei fatti, si sottraggono a ogni forma di regolamentazione?». Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella al Festival delle Regioni e Province. «Possiamo consentire - ha sottolineato - una sfrenata competizione tesa ad accaparrarsi i dati relativi alla vita delle persone al fine di utilizzarli per vantaggi economici e anche per influenzarne le scelte? Ogni genere di scelta. E' tollerabile la manipolazione delle informazioni o addirittura la fabbricazione di notizie false allo scopo di condizionare l'opinione pubblica anche nell’espressione del voto?». «La prima questione - ha proseguito - che si pone è: qual è il soggetto chiamato a dettare le regole di tutela delle libertà dei cittadini? Una prima risposta è già intervenuta a livello dell’Unione Europea con la 'Dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitalè. Diversamente, davvero potremmo pensare che basti affidarsi alle dichiarazioni unilaterali dichiarazioni di buone intenzioni dei proprietari delle piattaforme digitali del mondo? occorre globalmente una discipilina che tuteli la dignità delle persone».
«Non vi è dubbio, d’altronde - conclude - che l’intelligenza artificiale possa dare un grande contributo allo sviluppo del benessere dell’umanità e fornire un apporto di grande beneficio alla soluzione di problemi globali, ivi inclusi quelli di natura ambientale. Pensiamo alle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella gestione delle risorse idriche e nell’organizzazione del sistema dei trasporti. Nella medicina, dove può aprire grandi prospettive di speranza. Pensiamo ai progressi nella telemedicina che accrescono le possibilità di cura delle persone anche nei Paesi più poveri».
LE PAROLE DI FEDRIGA
«Non c'è dubbio che su questo è evidente che c'è differenza di posizioni tra le regioni nel nostro Paese, dobbiamo dirlo con chiarezza. Io ho espresso più volte una mia posizione molto chiara e parlo da presidente di una regione a statuto speciale che quindi non è interessata direttamente all’autonomia differenziata, però può portare la sua esperienza. Oggettivamente nel testo Calderoli non c'è una parola, infatti se lo domando qualcuno nessuno mi sa rispondere, che divida o spacchi il Paese e che dia più risorse a una regione che un’altra. Così non è». Lo ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, arrivando a Bari dove oggi si apre il Festival delle Regioni.
«Dopodiché, legittimamente - ha proseguito - qualcuno può ritenere uno Stato più efficiente uno Stato centralizzato, io non sono di quelli, però è legittima la posizione, altri possono ritenere invece che un rafforzamento del territorio possa sburocratizzare e velocizzare la risposta da dare ai cittadini di questo Paese». «Sono tutte e due - ha concluso - posizioni legittime, però penso che devono essere tutte e due chiare, trasparenti rispetto al cittadino, non dire io sono autonomista però questa autonomia divide il paese. Non è vero. Uno può dire io sono centralista ed è legittimo. Io non sono centralista».
«Oggi purtroppo l’Europa è una comparsa nel processo di sviluppo dell’intelligenza artificiale, rischiamo di essere esclusi o comunque marginali in questo ambito».
«La transizione ecologica non è una scelta, è una necessità. Questo impegno, però, non può limitarsi ai nostri territori o al nostro continente. O c'è una condivisione a livello globale oppure rischiamo che tutti i nostri sforzi siano inefficaci e per di più di cedere pezzi di produzione a Paesi terzi. Non possiamo pensare di affrontare la crisi climatica senza uso delle tecnologie digitali più avanzate». Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, durante la cerimonia di apertura del Festival delle Regioni, in corso a Bari. Ma serve «una indipendenza europea o occidentale riguardo le tecnologie utilizzate, altrimenti consegniamo pezzi del nostro futuro produttivo, lavorativo e quindi democratico a Paesi terzi e sarebbe pericoloso e inaccettabile».
Emiliano, magistratura? 'Oggi è momento unità nazionale'
«Adesso arriva il presidente della Repubblica, è il momento della festa e dell’unità nazionale, cerchiamo di non dividerla proprio stasera». Così il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, ha glissato alla domanda dei giornalisti sullo scontro tra l’esecutivo e la magistratura, a margine del Festival delle Regioni.
«È un momento molto difficile quello nel quale il presidente della Repubblica viene qui da noi, però la gioia e l’amicizia che esiste tra le varie regioni italiane lo ha spinto ad essere qui con noi anche oggi e noi di questo ovviamente lo ringraziamo dal profondo». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, poco prima che il capo dello Stato Sergio Mattarella arrivasse a Bari per il Festival delle Regioni. «Oggi - ha detto Emiliano - viene per rappresentare la vicinanza della Repubblica alle Regioni che con questo festival si avvicinano ai cittadini, cercano di spiegare loro che si occupano praticamente di moltissimi degli aspetti della loro vita, e che soprattutto sono vicine anche ai comuni sui quali in questi anni si è abbattuta la scure dei tagli e che quindi spesso vengono tenuti in piedi con la finanza regionale».
Il ringraziamento del governatore pugliese a Mattarella
Nel suo discorso durante l’apertura del Festival delle Regioni a Bari, alla presenza del Capo dello Stato, stasera nel teatro Piccinni il governatore pugliese Michele Emiliano ha ringraziato «il presidente della Repubblica" Sergio Mattarella «per essere ritornato in questo teatro a distanza di meno di un anno dalla celebrazione dell’80esimo anniversario del Congresso dei Comitati di liberazione nazionale, che fu l’inizio del processo politico costituente della Repubblica italiana». «Signor presidente - ha detto Emiliano - Bari e la Puglia ebbero un ruolo fondamentale nella lotta antifascista sin dal 28 luglio 1943 con i martiri di via Nicolo dell’Arca e poi ancora con la liberazione dalle truppe tedesche che intendevano distruggere il nostro porto. Questa memoria è attuale e fu per questo che a Bari, nel 2006, fu concessa la medaglia al valore civile». Emiliano ha saluto «con grandissimo affetto il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga e i presidenti che sono arrivati da tutta Italia per condividere queste giornate di lavoro e di amicizia». «Vi vedo qui di fronte a me, cari colleghi, accanto al nostro amatissimo presidente Mattarella, accanto ai rappresentanti del Governo e delle città - ha aggiunto -. E vicino a voi vedo anche cittadini e cittadine, vedo gli studenti, e quindi, fatemelo dire, vedo con orgoglio la Repubblica italiana, nata dalla Resistenza, che oggi nuovamente svolge un ruolo guida nelle istituzioni europee e internazionali, avendo saputo ricostruire in questi anni la nostra dignità, il nostro prestigio e la nostra democrazia».
«Rivolgo un pensiero a tutti coloro che in questo momento stanno fronteggiando catastrofi naturali a causa del maltempo. Ancora una volta le regioni affronteranno insieme questi eventi»
«Potrà essere molto utile per migliorare il benessere dei cittadini addomesticare ai valori che vedono al centro la persona umana la tecnologia più avanzata ed, in particolare, l’intelligenza artificiale che, come ogni altra macchina che non pensa e non valuta, deve essere utilizzata con competenza, adottando misure di sicurezza necessarie ad evitare danni che in questo caso possono essere enormi e globali. Nel rispetto dei principi di democrazia e di libertà dei popoli». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, nel corso della cerimonia inaugurale del Festival delle Regioni a Bari. «Per questo - ha evidenziato - il Festival è stato dedicato all’approfondimento dell’impatto delle nuove tecnologie sulle nuove generazioni, per comprendere se la loro formazione critica di cittadini possa subire influenze negative dal loro uso. Democrazia e nuove tecnologie devono andare nella stessa direzione, quella della liberazione di ogni persona dal bisogno, dalla fatica e dall’oppressione di chi vuole negare i diritti essenziali. Non è compito facile quello che abbiamo di fronte».
«Siamo consapevoli che l’Unità d’Italia, l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte ai propri bisogni ed alla legge, la coesione nazionale che sempre mettiamo in campo al momento di catastrofi naturali o sanitarie, non sono altro che la realizzazione concreta del progetto dei nostri padri costituenti, che costituisce per noi l’unico vero e indefettibile programma di governo al di là delle legittime differenziazioni politiche». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, durante la cerimonia inaugurale del Festival delle Regioni a Bari, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. «Questa unità - ha evidenziato - è ben rappresentata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dove la stragrande maggioranza delle decisioni viene presa da Regioni diverse, guidate da maggioranze diverse e, nonostante ciò, queste decisioni vengono quasi sempre adottate all’unanimità. E soprattutto la Conferenza è un luogo nel quale il dissenso viene considerato sempre come un contributo per perfezionare la soluzione individuata».
«Le Regioni esprimono quello che qualcuno chiama un pò troppo superficialmente il localismo, ma che vorrei definire, con maggiore fedeltà alla verità, come il governo di prossimità, cioè quel luogo dove decisioni di alto profilo e leggi vengono approvate vicino e nell’interesse delle popolazioni residenti, con un contatto ed una permanente comunicazione che ci consente di trasformare sogni, progetti, e aspettative in concrete azioni ed atti». «La democrazia - ha proseguito - deve sapere dialogare in modo sistemico, per assicurare che la visione di valori universali sia declinata in modo da incontrare la vita quotidiana di tutti. Perché solo cittadini orgogliosi del proprio sistema sanitario, della rete dei trasporti, della scuola, delle istituzioni culturali, dei sostegni al welfare, al lavoro e all’impresa, possono utilizzare l’appartenenza patriottica al proprio paese non per scopi di parte, ma per dire la propria su grandi questioni come i cambiamenti climatici, la pace del mondo, il diritto di ogni popolo a vivere alle stesse condizioni di chi è più ricco e più potente, senza colonialismi di ritorno legati ad interessi particolari». «Ecco perché - ha proseguito - come Conferenza delle Regioni abbiamo deciso di aprirci alla partecipazione dei cittadini, innanzitutto nei teatri che, come vedete, abbiamo completamente ricostruito e restituito alla fruizione pubblica. E poi abbiamo deciso di scendere per strada, nelle piazze, organizzando il Villaggio delle Regioni per essere raggiungibili e migliorare la qualità del governo». "Non è raro tra noi questo metodo - ha concluso - che ci contraddistingue da altre istituzioni che non hanno il privilegio di poter guardare negli occhi i membri della propria comunità».
Il discorso di Leccese
La nostra missione quotidiana è "offrire l’energia del nostro impegno affinché quei concetti, solidarietà e coesione, si trasformino in politiche e strumenti di crescita per le nostre comunità. Anche per questo ci auguriamo che la firma, prevista in questi giorni, del Patto con la Puglia sui Fondi di coesione, non tardi ad arrivare». Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, nel suo discorso di apertura del Festival delle Regioni, nel teatro Piccinni di Bari, ricordando l’articolo 119 della Costituzione. «Ce lo chiedono le nostre comunità - ha aggiunto - che ormai attendono da mesi. Non ne facciamo una questione politica ma un nostro diritto in ragione proprio dei principi costituzionali». «Mai come oggi - ha detto Leccese - i cittadini hanno bisogno di un segnale di unità da parte nostra: governo, Regioni e Comuni devono lavorare nella stessa direzione per garantire la tenuta sociale del nostro Paese». Leccese ha chiarito che «la mia non è una richiesta di parte, né una rivendicazione meridionalista. La mia è una richiesta da uomo delle istituzioni che oggi si rivolge ai massimi rappresentanti delle istituzioni di questo Paese, affinché si agisca con responsabilità e lungimiranza».
«Vicine Vicine è il titolo di questo festival delle Regioni. Si riferisce certamente allo spirito che deve tenere insieme le Regioni italiane per affrontare le grandi sfide del futuro, ma per noi quelle parole, 'Vicine Vicinè, rappresentano un auspicio per il futuro».
Rivolgendosi al capo dello Stato, Leccese ha ricordato il "rischio incombente che si creino ulteriori distanze tra territori, tra Regioni e tra cittadini» e che «per noi, le uniche differenze possibili sono le straordinarie ricchezze e peculiarità che distinguono ogni territorio della nostra bellissima Italia». «Questo - ha chiarito - è il miglior augurio che sento di rivolgere a questo festival e a tutti noi: continuiamo a tenerci vicini vicini».