Mercoledì 08 Ottobre 2025 | 13:22

Maculopatia: al Policlinico di Bari la terapia che salva la vista con una sola iniezione

 
Redazione online

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Maculopatia: al Policlinico di Bari la terapia che salva la vista con una sola iniezione

Una sola somministrazione al posto di decine di iniezioni nel corso della vita: la prima paziente una donna di 83 anni

Mercoledì 08 Ottobre 2025, 10:57

Una sola somministrazione al posto di decine di iniezioni nel corso della vita: è la nuova frontiera della terapia genica per la degenerazione maculare senile essudativa, principale causa di perdita della vista negli anziani nel mondo occidentale.

Per la prima volta al Policlinico di Bari, il professor Francesco Boscia, ordinario di Oftalmologia dell’Università di Bari e presidente nazionale della Società Scientifica della Chirurgia Vitreo-Retinica (GIVRE), ha somministrato questa innovativa terapia a una paziente di 83 anni che, da oltre un anno, si sottoponeva a iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF ogni 4-6 settimane.

La degenerazione maculare senile è causata da una produzione eccessiva del VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), una proteina che induce la formazione anomala di nuovi vasi sanguigni nella retina. Le terapie tradizionali, basate su iniezioni periodiche, mirano a bloccare questa molecola per rallentare la progressione della malattia.

“La terapia genica – spiega il professor Boscia – rappresenta una svolta epocale. Invece di somministrare ciclicamente farmaci anti-VEGF, si inietta una sola volta, sotto la retina, un vettore che insegna alle cellule retiniche a produrre autonomamente e in modo continuo le molecole terapeutiche necessarie. L’obiettivo è eliminare o ridurre drasticamente la necessità di trattamenti ripetuti, migliorando la qualità di vita dei pazienti e riducendo i costi per il sistema sanitario.”

L’intervento è stato eseguito in day surgery, in aree di sicurezza che non coinvolgono la macula né il nervo ottico, consentendo alla paziente di tornare a casa in giornata. Nelle settimane successive, il monitoraggio avverrà con controlli non invasivi.

Lo studio fa parte di una ricerca internazionale multicentrica che coinvolge alcuni dei principali centri di eccellenza mondiali; in Italia partecipano solo pochissimi istituti, tra cui l’Ospedale Oftalmico “Sacco” di Milano e l’Università Cattolica di Roma. A Bari, il progetto è seguito dal team della Clinica Oculistica Universitaria coordinato dal prof. Boscia, insieme ai dirigenti medici Maria Oliva Grassi, Giancarlo Sborgia e Pasquale Puzo, ai medici specializzandi Termite e Lolli, alle ortottiste Molfetta, Malerba e D’Addario, e agli infermieri Sottile, Milillo, Balenzano e Masiello.

“È una frontiera completamente nuova – conclude Boscia –. Se i risultati confermeranno l’efficacia di questa terapia, potremo trattare una patologia cronica con un singolo intervento, riducendo drasticamente la necessità di sei o sette iniezioni all’anno. Un passo avanti straordinario per la medicina, i pazienti e l’intero sistema sanitario.”

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