La vertenza Ilva piomba a Sanremo, grazie al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ne ha parlato durante la conferenza stampa con Amadeus.
Intanto le associazioni tarantine annunciano di scendere in piazza.
«Scenderemo in piazza per affermare che l’unico futuro per Taranto e la Provincia è senza acciaieria (che si chiami Ilva, Acciaierie d’Italia, che produca 8 milioni di tonnellate, 11 o 3), per pretendere bonifiche serie realizzate dai lavoratori diretti e indiretti opportunamente formati, una riconversione economica che parta dalle risorse naturali del nostro territorio ed una riconversione culturale e sociale». E’ quanto viene dichiarato in una nota da diverse associazioni ambientaliste e che operano nel sociale a Taranto annunciando per il prossimo 23 aprile una manifestazione pubblica sul futuro del siderurgico nel capoluogo ionico. «In un clima di incertezza sul futuro dello stabilimento più inquinante d’Europa rivendichiamo - aggiungono -il nostro sacrosanto diritto ad avere un futuro, perché se la fabbrica continuerà ad esistere, rischieremo di non averlo affatto.
Non vogliamo essere allarmisti, siamo realisti e concreti: sappiamo che una riconversione degli impianti usando gas, idrogeno o altre nuove tecnologie - prospettata dalla politica senza mai fornire piani e dati concreti - è un’assurdità, poiché - spiegano - sappiamo benissimo che non solo non è fattibile dal punto di vista tecnico, ma è anche anti-economica».
«L'ostinazione con cui politica, sindacati, Confindustria e Aigi continuano a perseverare in questa direzione - continuano - è deleteria, pericolosa ed infruttifera visto che gli ultimi anni non si è riusciti a tutelare né il lavoro, né il reddito dei lavoratori, né la salute dei lavoratori e degli abitanti di Taranto e della sua provincia». Secondo le associazioni «chi oggi vuole mantenere la produzione con la scusa di salvaguardare i lavoratori di una fabbrica non più compatibile con la vita umana ed economicamente insolvente non può più dire di tutelare i lavoratori, il progresso economico ed il benessere del suo territorio».