FOGGIA - Lo stabile consisteva in un complesso di 26 appartamenti, costruito poco meno di 30 anni prima. Nell'edificio vivevano 71 persone; le vittime furono 67: per questo motivo il crollo di viale Giotto risulta come il più grave cedimento strutturale mai avvenuto in Italia.
A causa della sicura presenza di persone sotto le macerie, non poterono essere utilizzate escavatrici: vigili del Fuoco, volontari e cittadini lavorarono per tutta le notte e il giorno successivo per rimuovere le macerie, servendosi di cani da ricerca e geofoni.
Negli scantinati dello stabile scoppiò un incendio, dovuto alla presenza di materassi. Un denso fumo ricoprì l'area colpita, ostacolando le operazioni di ricerca e, probabilmente, uccidendo alcune persone che erano sopravvissute tra le macerie. Le autopsie effettuate sulle salme rivelarono che una buona parte delle vittime era morta per asfissia entro i primi due minuti dal crollo, per la combinazione tra fumo e polvere.
L'ultimo sopravvissuto, Guerino Alessandrino di 25 anni, fu estratto dalle macerie circa quindici ore dopo il crollo e fu considerato una sorta di "miracolato". Due giorni dopo fu celebrata una pubblica messa nei locali della Fiera di Foggia, dove le salme erano state portate.