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Da Brindisi trattori in marcia, non si arresta la protesta che attraversa l'Italia

 
Redazione online

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Nel primo pomeriggio è previsto l'incontro tra gli agricoltori e i sindaci della provincia di Brindisi. La viabilità è gestita dalla polizia Locale

Giovedì 08 Febbraio 2024, 12:08

18:12

BRINDISI – Anche dal Brindisino aumenta giorno dopo giorno la partecipazione alla mobilitazione nazionale degli agricoltori. Una carovana di oltre 100 trattori si è mossa stamattina dalla strada statale 613 che collega Brindisi – Lecce,  in direzione Lecce. La viabilità è gestita dalla Polizia Locale di Brindisi, che scorta i trattori lungo tutto il tragitto, con l’ausilio della polizia e dei carabinieri. Un incontro con i sindaci della provincia è previsto intorno alle tre.

Oggi è prevista una manifestazione anche a Roma e a Sanremo, dove si sta svolgendo il festival della canzone. 

LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BRINDISI

«La vostra è una battaglia sacrosanta. Vi siamo vicini non solo adesso, ma lo faremo anche con atti concreti. Prepareremo degli ordini del giorno per il consiglio provinciale e nei consigli comunali per sostenervi. Questa è la storia di un territorio che ha bisogno dell’agricoltura, ed ha il privilegio di poter contare su terreni di qualità straordinari, di un microclima favorevole. E a chi vuole darci 1500 euro ad ettaro per non coltivare diciamo di 'andare a quel paese'». Lo ha detto il presidente della Provincia di Brindisi, Toni Mattarelli, incontrando questo pomeriggio gli agricoltori brindisini che da giorni si sono uniti alla mobilitazione italiana ed europeo contro le politiche comunitarie nel settore.

Oltre 100 i trattori che hanno attraversato questa mattina la tangenziale di Brindisi per poi ritrovarsi in piazzale Spalato. Qui gli operatori hanno incontrato alcuni rappresentanti istituzionali, tra cui diversi sindaci del territorio. Al presidio anche il consigliere regionale di Con, Alessandro Leoci, che ha portato il suo sostegno agli agricoltori anche sul fronte del problema relativo ai consorzi di bonifica. Il sindaco di Carovigno, Massimo Lanzilotti, ha annunciato che già mercoledì 14 febbraio nel suo comune ci sarà un consiglio comunale monotematico a sostegno della protesta degli agricoltori.

I TRATTORI IN VIAGGIO DAL SALENTO

«Ci stiamo mobilitando per andare a Roma. Siamo stanchi. Ci stanno impoverendo sempre di più. Tante aziende sono a rischio». Lo hanno dichiarato i delegati dei movimenti spontanei delle provincie di Brindisi e Lecce, Luigi Protopapa e William Murciano, a margine del presidio permanente che questo pomeriggio a Brindisi ha incontrato anche una delegazione di amministratori locali, tra cui il sindaco di Brindisi Pino Marchionna. Il contrasto alle politiche comunitarie e all’Irpef agricola, il taglio sulle agevolazioni del gasolio agricolo, ed una «risposta ancora troppo debole» sul fronte dell’emergenza xylella, che ha colpito le due province, i temi al centro delle proteste degli agricoltori, condivise anche dai rappresentanti istituzionali.

«Sappiamo bene che state vivendo un momento difficile. Questa vostra protesta - ha detto il sindaco Marchionna rivolgendosi agli agricoltori - sta cominciando ad aprire varchi significativi. Bisogna cogliere questa occasione per puntualizzare alcune questioni fondamentali, e quindi oltre l'Irpef, il costo del lavoro e le altre vertenze anche fatti strutturali, come l’acqua. L’acqua in questa zona comincia a mancare». Marchionna ha anticipato incontrando gli operatori del settore che «all’interno di quello che è il 'pacchettò Brindisi che stiamo portando al governo per contrastare gli effetti della chiusura della centrale» Enel di Cerano, «porremo il problema del dissalatore che deve arrivare fino a dare acqua che sia utilizzata nelle campagne». In questo modo «si potrà far 'riposare' e rinnovare le falde acquifere».
«Siamo solidali con la vostra battaglia perché ci rendiamo conto che garantire condizioni di coltivabilità e di remuneratività delle terre è fondamentale, fuori dal quale - ha concluso il sindaco di Brindisi - non ci sarebbe più agricoltura e probabilmente più da queste parti non ci sarebbe più economica».

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