BARI - Un’adesione dello sciopero dell’80% tra i magistrati «significa che quello che sta accadendo tocca profondamente le corde profonde del nostro lavoro». «Non è uno sciopero contro il Parlamento, ma è il nostro grido di dolore in difesa dell’assetto democratico e dell’assetto attuale dei rapporti tra poteri dello Stato». Lo ha detto Franco Cassano, presidente della Corte d’Appello di Bari, nel corso dell’assemblea dell’Associazione nazionale magistrati ora in corso nell’aula magna del palazzo di giustizia di piazza Enrico De Nicola, a Bari.
L’assemblea, fissata in concomitanza con uno sciopero dei magistrati a livello nazionale, prevede interventi di giudici, pm, avvocati, professori universitari e la lettura, da parte di studenti delle scuole superiori di Bari, di alcuni articoli della Costituzione. Dopo l’introduzione di Antonella Cafagna, presidente della giunta esecutiva dell’Anm di Bari ("intendiamo dissentire in maniera ferma su un progetto di riforma che intacca i poteri del paese e incide sull'indipendenza della magistratura», ha detto), Cassano ha aperto gli interventi, definendo il sorteggio per la composizione dei membri del Csm "una cosa così rozza, violenta e volgare» che andrebbe a inserirsi «in una Costituzione che si basa su equilibri raffinatissimi» tra i poteri dello Stato.
La riforma costituzionale in discussione in Parlamento, ha aggiunto Cassano, sarà «una lacerazione profonda all’interno delle istituzioni del paese. I poteri dello stato sono tre, quando si separano le carriere e si stacca chi fa le indagini dai giudicanti si pone un problema: in quale dei tre poteri rimane inserito l’organo inquirente?». Prima dell’inizio dell’assemblea, i magistrati hanno fatto un flashmob all’esterno dell’aula sollevando in aria copie della Costituzione.ù
AVVOCATI: SORTEGGIO CSM RISCHIOSO, PERCHÈ ARRIVATI QUI?
«Un organismo costituzionale che vede i suoi componenti individuati mediante il sorteggio (il Consiglio superiore della magistratura, ndr) rischia seriamente di veder compromessa la rappresentatività e l’autorevolezza di questo organismo. Ma perché siamo arrivati a questo? Dal presidente Sandro Pertini in poi, tutti i presidenti della Repubblica» hanno posto il tema delle «correnti» nella magistratura. Lo ha detto il presidente dell’ordine degli avvocati di Bari, Salvatore D’Aluiso, nel suo intervento nell’assemblea dell’Associazione nazionale magistrati di Bari, ora in corso nell’aula magna della Corte d’Appello.
«Il fenomeno delle correnti, nato in maniera apprezzabile" perché «nasce con l’obiettivo nobile di favorire il confronto delle idee», si è poi evoluto verso «una situazione che è apparse degenerativa di questo fenomeno», ha aggiunto D’Aluiso.
Il presidente dell’ordine degli avvocati è poi stato il protagonista di un botta e risposta con il pubblico. Alla domanda «perché si è arrivati a questo?», infatti, i magistrati presenti in aula hanno risposto «perché (il legislatore, ndr) è in malafede», «il rimedio è peggio del male». «L'avvocatura - ha concluso D’Aluiso - sarà un baluardo insuperabile, non consentiremo a nessuno di mettere in discussione l’autonomia e l'indipendenza della magistratura».
Il Procuratore Roberto Rossi: «Mi auguro una riflessione della maggioranza»
Con l’assemblea dell’Anm svolta oggi a Bari, i magistrati hanno rivolto un «invito a riflettere per i cittadini, ma anche per la stessa maggioranza che sostiene» la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. «Ove questa maggioranza un giorno dovesse diventare minoranza, non credo che» i rappresentanti dell’attuale governo «sarebbero più tutelati da un pubblico ministero controllato da un altro esecutivo». Lo ha detto, a margine dell’assemblea dell’Anm svolta oggi in Corte d’Appello a Bari, il procuratore di Bari Roberto Rossi.
«Mi auguro una riflessione della maggioranza» sulla riforma, ha aggiunto Rossi, perché «non serve a nessuno un pm che sia al di fuori dell’ambito giurisdizionale e che quindi è difficilmente controllabile. È una garanzia per tutti avere una magistratura che, con tutti i suoi limiti, è indipendente».
Sul punto è intervenuto anche il procuratore di Trani, Renato Nitti: «Questa riforma sicuramente non renderà più efficienti i processi e non li accorcerà, anzi - ha detto - porterà una maggiore presenza della politica nel controllo della magistratura. Questa strada porta alla dipendenza del pubblico ministero all’esecutivo».