BARI - In «Berlinguer - La Grande Ambizione», ogni riferimento a fatti è persone è puramente reale. Parola di Elio Germano, che ieri, 5 novembre, ha incontrato il pubblico barese al Multicinema Galleria con Andrea Segre, il regista del film che ha, appunto, una grande ambizione: raccontare il politico e leader del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, in un arco di vita dal 1973 al 1978.
A prestare il proprio volto per il leader politico è proprio lui, Elio Germano, che durante la Festa del Cinema di Roma è stato fotografato con il pugno in alto. «Ma non era nessun gesto politico - sottolinea lui, - su quello scatto ci hanno ricamato su. Stavo solo salutando...». «E poi Berlinguer non ha mai fatto il gesto del pugno», sottolinea Segre.
«Il film ha un tema che non è l'esaltazione di una persona, di un individuo, ma è, tramite la sua vicenda personale, il racconto di una parte della storia del nostro Paese, dal punto di vista di un popolo che è stato poco raccontato al cinema, soprattutto in questa complessità», ha spiegato Germano. «È un film extraparlamentare e apartitico, ma è un film politico come sono tutte politiche le nostre vicende umane e collettive».
Elio Germano ha recitato, lo scorso anno, in Palazzina Laf di Michele Riondino: «Con il territorio pugliese c'è un rapporto molto piacevole, una pluralità di artisti portano in alto il suo nome. Con Michele tanti altri hanno avuto modo di dimostrare la loro coesione e il loro talento. Con quel film, lui ha saputo dimostrare che si può fare cinema in maniera critica e che le Film Commission hanno il potere non solo di creare cartoline per il territorio, ma anche produrre questioni che possano far riflettere in maniera più ampia, farci crescere».
Perché oggi un film su Berlinguer? «Perché credo bisogna ricostruire un rapporto con la politica, non inteso come partiti o fazioni ma dell'occuparci del bene comune. Milioni di persone in quel periodo pensavano che impegnarsi nella politica portasse alla felicità. La felicità collettiva aiutava quella individuale. Oggi invece siamo in un'epoca in cui siamo convinti che la propria felicità passi solo attraverso il consumismo, una consumazione privata e un acquisto costante di cose».