BARI - Ervin, nato nella terra delle aquile. Luca, cresciuto nella periferia di Bari, un ragazzino che crede a tutto, persino ai miracoli e ai santi venuti dal mare. Separati da appena cento chilometri, hanno più o meno la stessa età e la stessa altezza, ma non potrebbero essere più diversi e lontani... fino all'arrivo della Vlora, in quel giorno d'estate del 1991. È la storia che lo scrittore Mario Desiati racconta nel suo romanzo «Mare di Zucchero», ma anche la storia dei 20mila albanesi che, 33 anni fa, giunsero nel porto di Bari segnando la storia dell'immigrazione del Novecento.
E proprio a Mario Desiati il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha consegnato le chiavi della città durante la cerimonia di anniversario dello sbarco, tenutasi questa mattina a Palazzo di Città. Una consegna motivata «dallo sguardo poetico e acuto sul Sud», ma «libera da luoghi e comuni e provincialismi»: «Desiati - si legge nella motivazione letta dal sindaco - appartiene a quella generazione di scrittori che ha portato la Puglia fuori dai cliché letterari, che ha dato voci a sogni, ispirazioni, sentimenti universali, eppure legati a luoghi e contesti del tutto particolari».
Grande emozione per lo scrittore, che ha ricordato come Mare di Zucchero sia stato scritto inizialmente come un libro per bambini ma è diventato col tempo qualcosa di più. Un testo per la memoria, perché senza di essa non c'è futuro: «È importante raccontare le cose alle nuove generazioni, solo così possono vivere. Sono grato a questa città, la città dove forse ho vissuto più a lungo. Adesso posso dirmi davvero cittadino di Bari».