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«Cuore d'Atleta»: l'amore
sbocciato al museo MArTA

 
Museo archeologico di Taranto

Nella «graphic novel» l'olimpionico antico ed una giovane d'oggi

Giovedì 22 Febbraio 2018, 11:38

di ALESSANDRO SALVATORE

«Cuore d’Atleta» è il fumetto firmato da SQUAZ, che descrive una storia d’amore senza tempo sbocciata al Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La matita genera su tavola il sentimento tra il supercampione dei Giochi Panatenaici, di cui il museo MArTA custodisce la tomba, ed una ragazza dei giorni nostri. È questo il plot di una delle 22 graphic novel che costituiscono il progetto «Fumetti nei musei», da ieri all’1 aprile in mostra presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, in via della Stamperia. In particolare sono pubblicate tutte le immagini delle copertine degli albi, una selezione delle tavole a fumetti, gli schizzi e i bozzetti originali degli artisti. Al termine dell’esposizione ognuno dei 22 musei autonomi d’Italia, come il MArTA, metterà a disposizione dei servizi educativi la propria opera gratuitamente per diffondere la conoscenza del suo patrimonio e favorirne la fruizione.

Il progetto «Fumetti nei musei», presentato ieri a Roma, è ideato e curato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione del Mibact e realizzato in collaborazione con Coconino Press-Fandango e il supporto di Ales Spa, il Centro per i Servizi educativi e la Direzione Generale Musei del Mibact.

«Anche gli antichi reperti hanno un cuore e quando è un cuore antico a fare male, può essere difficile trovare una soluzione, anche se sei un campione delle Olimpiadi». È quanto viene annotato in calce dall’autore del «Cuore d’Atleta», SQUAZ, alias Pasquale Todisco. Il quarantottenne tarantino, trapiantato nel milanese, è fumettista ed illustratore che vanta collaborazioni con alcune maggiori riviste italiane come XL di Repubblica e Rolling Stone; ha realizzato disegni e copertine per Feltrinelli, Yoox.com e Cohn&Wolfe; ed ha operato per musicisti come Daniele Sepe e Caparezza.

Tra gli splendori della Taranto classica ed ellenistica, si snoda graficamente una relazione d’amore che va oltre i limiti del tempo e dello spazio. Una giovane dell’oggi, che viene rapita dall’Atleta di Taranto, portento campione delle Olimpiadi dell’antichità. Esso troneggia nella sala VII del MArTA con la sua Tomba. Il sarcofago, rinvenuto a Taranto in via Genova nel 1959, ha una struttura a tempietto con coperchio a doppio spiovente con acroteri e decorazioni dipinte. Al suo interno c'era lo scheletro in perfette condizioni. Le analisi antropologiche hanno poi confermato che si tratta di un giovane uomo di circa trenta anni e che la sua dieta era altamente proteica. In corrispondenza degli angoli del sarcofago erano state deposte quattro anfore panatenaiche, testimonianza della sua vittoria negli Agoni (giochi nelle festività) in onore di Atena, ma di una ne furono trovati solo pochi frammenti. Impossibile non resistere alla forza di questo super atleta, sulle cui gesta vi sono delle testimonianze. Un anonimo tarantino (nei registri di Olimpia è rimasta la nazionalità ma non il nome) vinse nel pentathlon nel 476 a.C, nella 76ma Olimpiade (data compatibile con l’epoca delle anfore della sepoltura dell’Atleta); e un altro anonimo tarantino (e potrebbe essere ancora lui) vinse ancora nel pentathlon nei Giochi della 78ma Olimpiade. Adesso il suo «Cuore» torna a battere, attraendo una donna a 2500 anni dalla sua probabile esistenza.

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