Giovedì 13 Novembre 2025 | 11:13

Isolaverde, si spera: la giunta ha chiesto di rivedere il progetto«Green belt» per salvare nella primavera 2026 i 73 ex lavoratori

Isolaverde, si spera: la giunta ha chiesto di rivedere il progetto«Green belt» per salvare nella primavera 2026 i 73 ex lavoratori

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Isolaverde, si spera: la giunta ha chiesto di rivedere il progetto«Green belt» per salvare nella primavera 2026 i 73 ex lavoratori

Un’infrastruttura verde per la città, configurata come un “polmone verde” che prevede interventi di recupero, nuova forestazione e dei parchi urbani

Giovedì 13 Novembre 2025, 10:02

Un piccolo passo in avanti. Nella lunga corsa ad ostacoli dei 73 ex lavoratori di Taranto Isolaverde, da 6 mesi scivolati in un’autentica palude burocratica, si registra finalmente una novità. Che è condizione necessaria, ma non (ancora) sufficiente per farli tornare al lavoro.

Nei giorni scorsi, infatti, la giunta comunale ha dato mandato agli uffici competenti di riformulare la proposta originaria per richiedere alla Regione Puglia, utilizzando i fondi del Just transition fund (Jtf), di finanziare il progetto della Green Belt. Che, traducendo dall’inglese, significa cintura verde (intorno alla città).

Ma per quale motivo questa notizia proveniente da Palazzo di Città dovrebbe, con tutte le cautele del caso, riaccendere le speranze degli ex addetti della società partecipata della Provincia fallita nel 2016 e poi transitati, con contratti a tempo determinato, sotto le insegne della società comunale Kyma Servizi? Semplicemente perché questi lavoratori, che da maggio non hanno neppure più l’indennità di disoccupazione, attendono che il Comune riceva questo finanziamento, che poi lo giri proprio a Kyma Servizi per essere così finalmente riassunti.

Ora, le cifre disponibili. Il Just transition fund ovvero la Giusta transizione può far arrivare a Taranto fondi europei, veicolati dalla Regione, per quasi 800 milioni di euro. Di questi, 90 riguardano proprio la realizzazione della Green Belt. Si tratta, come si evince subito, di un importo talmente rilevante che se e quando verrà effettivamente assegnato non solo dovrebbe raccogliere i continui “Sos” lanciati dai 73 ex Isolaverde, ma potrebbe consentire di fare ulteriori 120 assunzioni per un totale di circa 200 unità.

In particolare, l’atto di indirizzo approvato dalal giunta Bitetti dà il via libera alla candidatura nell’ambito della procedura negoziale attivata dalla Regione Puglia, e testualmente riguarda l’«Azione 2.3 del Piano territoriale (Pt) Taranto del Pn Jtf».

In sintesi, il progetto “Green Belt“, già confluito nel piano esecutivo del Pn Jtf 2021-2027, è un’infrastruttura verde per la città, configurata come un “polmone verde” che prevede interventi di recupero, nuova forestazione e dei parchi urbani.

Inoltre, la delibera dell’esecutivo municipale utilizza come base tecnica e finanziaria lo studio denominato “Support to Green Belt Taranto.” Che, commissionato nell’ambito dell’assistenza tecnica fornita dalla cosiddetta unità Jaspers (Joint assistance to support projects in european regions) della Banca europea per gli investimenti si compone di due “Rapporti” principali: uno sull’analisi territoriale e la definizione degli schemi di assetto e uno, invece, sull’analisi dei costi.

A questo punto, la prossima tappa da raggiungere è lo sviluppo esecutivo della proposta progettuale, che dovrà essere presentata alla Regione Puglia per l’ammissione al finanziamento.

Un passo in avanti, certo. Ma, sottolineato questo, è difficile che gli ex Isolaverde vengano materialmente inseriti nel progetto Green Belt prima del secondo trimestre dell’anno prossimo. E questo, in considerazione dei tempi burocratici da osservare per le necessarie approvazioni del piano, per i trasferimenti delle risorse finanziarie dalla Regione al Comune e dal Municipio a Kyma Servizi, ma anche tenendo conto dei passaggi da definire per quel che riguarda la formazione dei lavoratori e, infine, per le assunzioni.

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