«Il negoziato con gli azeri, che ovviamente è reso molto più complicato da quanto accaduto con l’inibizione all’uso di uno dei due altoforni, prosegue con intensità». Parole del ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, rispetto allo scottante dossier ex Ilva. «In piena trasparenza - ha aggiunto -, in Parlamento ho chiesto la piena collaborazione degli altri attori istituzionali, e nello specifico della regione Puglia, del Comune di Taranto, della provincia e ovviamente degli altri ministeri, affinché sia al più presto realizzato quell’accordo di programma che contenga in sé il piano di piena de-carbonizzazione che ho già illustrato a tutti gli attori nell’arco di 12 anni, con tre fasi graduali così da avere finalmente un’autorizzazione integrale ambientale che sia certamente la più avanzata in Europa sul piano della tutela della salute dell’ambiente ma anche sostenibile economicamente. Queste sono condizioni preliminari alla chiusura di ogni negoziato che comunque è entrato nella fase cruciale».
«Abbiamo chiesto al governo di intervenire perché è chiaro che se poi chiudiamo l’ultimo forno l’Ilva si spegne» ha invece ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri a margine dell’assemblea nazionale dell’Artigianato Uil a Torino. «Abbiamo bisogno di avere risposte immediate, c’è un tavolo di confronto con la presidenza del Consiglio - ha aggiunto - aperto proprio per trovare soluzioni, c’è necessità di accelerare la trattativa. Continuiamo a sostenere che la produzione di acciaio in questo Paese è un asset strategico dello sviluppo per l’industria manifatturiera. Quindi ognuno faccia la sua parte, noi penso stiamo facendo la nostra. E’ necessario che il governo e la magistratura facciano la loro nell’interesse comune».
«Acciaierie d’Italia può e deve avere un destino diverso. Bisogna mettere da parte recriminazioni, distinguo, polemiche - ha spiegato la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, chiudendo a Napoli i lavori dell’assemblea della Fim - e remare tutti dalla stessa parte come Paese. Ciascuno con il proprio ruolo ma con un obiettivo comune da far prevalere sugli interessi di parte per gestire con serietà, autorevolezza e credibilità la trattativa con Baku Steel. Dobbiamo imparare dagli errori del passato come la grande ferita industriale, sociale e sindacale, consumata qui a Bagnoli quarant'anni fa . Non dobbiamo consentire che accada lo stesso a ciò che oggi resta dell’ex Ilva».
«L’ennesimo rinvio della vendita dell’ex Ilva a dicembre certifica il fallimento del governo Meloni sull’ex Ilva. E’ l’ennesimo capitolo di una strategia sbagliata che ignora la salute, i diritti e le richieste della città» attacca infine il vicepresidente e Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa del M5S, il senatore Mario Turco.