TARANTO - «Eliminare tutta la prescrizione n. 63 e più in generale il paragrafo sui wind days delle pagine 58 e 59 della proposta di Parere istruttorio conclusivo». Due righe e poche parole per cancellare la normativa sui wind days. Acciaierie d'Italia in Amministrazione straordinario lo ha scritto neo su bianco nelle deduzioni inviate alla commissione che sta valutando il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale. Una richiesta chiara dopo il «Pic», il parere istruttorio conclusivo redatto dagli enti chiamati a disciplinare le prescrizioni da imporre all'ex Ilva per ottenere l'Aia. Troppe secondo la struttura commissariale che ha inviato alla commissione una significativa quantità di modifiche da apportare. E tra queste la completa cancellazione della normativa che impone nelle giornate di vento di ridurre la produzione in fabbrica per evitare che le emissioni si abbattano sulla città.
Una norma voluta da Giorgio Assennato, ex direttore generale di Arpa Puglia fin dal lontano 2010 e allora fortemente osteggiata anche da Riva. Dopo il sequestro del 2012, però, lo Stato decise di correre ai ripari introducendo la misura che ora AdI vuole invece eliminare. Nei documenti all'attenzione della commissione, infatti, tra le numerose prescrizioni c'è la «numero 63» che prevede, tra le altre cose, «di ridurre il numero delle operazioni di caricamento, sfornamento e spegnimento del coke di almeno il 10 per cento rispetto ad una giornata tipo o, comunque, di dimostrare che altre tipologie di accorgimenti, in sostituzione di tali prescrizioni, potranno portare alla riduzione delle emissioni diffuse di Benzo(a)pirene di almeno il 10 per cento rispetto ad una giornata tipo». Non solo. La fabbrica è obbligata in quei giorni a «prevenire il potenziale spolveramento dei materiali stoccati e in movimentazione, attraverso la riduzione del 10 per cento di tutte le attività connesse alla movimentazione di materiali polverulenti». Insomma accorgimenti che posso portare a produrre decisamente meno causando un danno al fatturato aziendale. E ora AdI vuole farne a meno. Ma non è l'unica. Anche rispetto all'obbligo di presentare alle autorità competenti, entro 3 mesi dall'ok all’Aia, una proposta di aggiornamento del protocollo operativo “Per l’utilizzazione e la gestione delle centraline della qualità dell’aria per le analisi sui campioni di polveri sospese e depositate”, Adi ha risposto seccamente «Eliminare». La decisione finale, chiaramente, spetterà alla commissione ministeriale: dovrà decidere se accogliere o meno i rilievi anche per evitare che, come al tempo dei Riva, qualcuno accusi la fabbrica di essersi scritta l'autorizzazione.