TARANTO - «Testimoniare è importante perché il nome di chi ha subito un incidente così grave non venga dimenticato». Primula Massaro è la sorella di Cosimo Massaro, gruista di Arcerol Mittal che il 10 luglio del 2019 morì precipitando da oltre 60 metri di altezza quando il mezzo dell’ex Ilva su cui lavorava fu trascinato in mare da un tornado. «Un vento infernale che ha scaraventato via mio fratello come fosse un foglio di carta» ha detto ieri mattina, raccontando la storia agli studenti della 3D dell’istituto Pitagora che stanno preparando un podcast sulla sicurezza attraverso la storia di una vittima del lavoro. Un progetto di Inail Puglia e dell’associazione Afo6.
«È brutto dirlo – ha detto Primula alla Gazzetta – ma Taranto cosa offre oltre all’acciaieria? Tanti ragazzi giovani vanno via, altri si addentrano in questa azienda un po’ ciecamente. La speranza di cambiamento c’è se la rivoluzione la fanno tutti». Per Primula, all’epoca dei fatti, molti operai si sono rifiutati di protestare e chiedere una maggiore sicurezza all’interno della fabbrica, per paura di essere licenziati.
«Secondo me mio fratello è stato spinto a salire sulla gru, nonostante ci fosse un’allerta meteo. È andato a lavorare e dalla gru non l’hanno fatto scendere». Agli studenti Primula ha raccontato l’angoscia di Cosimo per la morte di Francesco Zaccaria qualche anno prima, di come si sentisse in ansia, era stato proprio lui a finire il turno prima del suo. «Era un bravo gruista e tutti ci dicevano che sapeva pilotare anche i mezzi più difficili ed è per questo che quella sera è salito lui a governare quella gru malandata. Ma questa storia di costruttivo non ha nulla perché le condizioni di lavoro ho paura che non siano migliorate. Quando per l’anniversario siamo andati al quarto sporgente, abbiamo visto macchinari corrosi dal sale e dall’acqua del mare. Nulla era stato rimesso a nuovo, manutenzione zero».
La morte di Cosimo ha causato tanto dolore alla sua famiglia, una profonda depressione per suo padre e il dolore di sua madre. «Pochi pensano a noi fratelli, io non sarò mai più spensierata, per questo la giustizia ci deve essere anche per capire che cosa è successo. Ho paura che la verità non uscirà fuori, ma ho bisogno di sapere: perché è stato fatto salire su quella gru? Perché non lo hanno fatto scendere? Tante domande che aspettano una risposta».