Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 14:26

La «grande fuga» da Taranto: in 44 anni la città ha perso 42mila abitanti

La «grande fuga» da Taranto: in 44 anni la città ha perso 42mila abitanti

 
FABIO VENERE

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FABIO VENERE

La «grande fuga» da Taranto: in 44 anni la città ha perso 42mila abitanti

Ogni anno quasi mille residenti in meno: dai 24mila del 1861 ai 244mila del 1981 fino agli attuali 185mila. E senza giovani il capoluogo invecchia

Venerdì 11 Aprile 2025, 14:04

TARANTO - In 44 anni Taranto ha 58mila 192 abitanti in meno. Ma non includendo parzialmente Statte, Comune autonomo dal 1993, l’emorragia della popolazione tarantina dal 1981 ad oggi si riduce così a circa 42mila residenti. Con una perdita secca, quindi, di (quasi) mille abitanti all’anno. In termini assoluti, infatti, dal punto più alto del grafico con gli indici demografici elaborati dall’Istat (anno 1981, con oltre 244mila residenti) si è invece poi arrivati al dato più basso della storia di Taranto (risultato parziale del 2025, con 185mila 909 unità). Un tracollo. Anzi, un vuoto sempre più difficile da colmare o almeno da ridurre per chi si candida ad amministrare il capoluogo ionico.

Le cifre, mai come in questo caso impietose, consegnano a chi corre alle Amministrative del 25 e 26 maggio una Taranto sguarnita, attraversata da una periferizzazione dilagante persino nelle vie del Borgo. È una Taranto in cui l’emigrazione degli Anni Cinquanta, periodo nel quale la crisi dell’agricoltura spinse in migliaia ad andare a lavorare nel triangolo industriale Milano-Torino-Genova è stata, nell’ultimo quarto di secolo, sostituita da quella dei giovani under 35. Che partono per studiare nelle università del Centro-Nord e poi non tornano più. La chiamano fuga dei cervelli. Di certo, definizioni a parte, i dati sono lì e inchiodano le classi dirigenti degli ultimi 45 anni (di tutti i livelli governativi) alla responsabilità più atroce per chi fa politica: il capoluogo ionico invecchia e, con sempre meno giovani, sarà davvero difficile ridisegnarne il futuro. La sfida, la vera sfida, per chi guiderà il Comune è questa.

E ora, riportati di seguito nel dettaglio, i dati degli ultimi 144 anni. Analizzando i censimenti ufficiali dell’Istat emerge che nell’anno dell’unità d’Italia, ovvero nel 1861, Taranto contava 24mila 528 abitanti. Nei decenni successivi, la popolazione ha poi registrato un incremento notevole, raggiungendo 52mila 677 residenti nel 1901 e 104mila 379 nel 1921.

Dopo la Seconda guerra mondiale, il censimento del 1951 rileva la cifra di 158mila 379 che poi sale a 182mila 443 nel 1961 e, dieci anni dopo, supera per la prima volta quota 200mila (213mila 129 nel 1971). Quest’incremento è attribuibile allo sviluppo industriale e, in particolare, all’apertura dell’ex Italsider (1960), che aveva attratto da altri comuni numerosi lavoratori con ovviamente le loro famiglie.

Il trend in costante salita è poi proseguito fino al 1981, quando la popolazione ha toccato il picco di 244mila 101 abitanti. Da allora, però, con la crisi del gigante d’acciaio che iniziava a scricchiolare si è registrata una graduale diminuzione: 232mila 334 residenti nel 1991; 202mila 033 nel 2001 (ma, nel ‘93, Statte con i suoi 16mila abitanti era diventato un comune autonomo) e 200mila 154 nel 2011. E ancora, dieci anni dopo, Taranto va, per la prima volta dopo cinquant’anni, sotto quota 200mila. Nel 2021, infatti, la popolazione del capoluogo ionico censita dall’Istat è stata pari a 189mila 461 residenti, sino ad arrivare infine al dato parziale del 2025 (185mila 909).

Numeri e grafici che testimoniano, anzi certificano, un declino drammatico. Sì drammatico, altri aggettivi non sarebbero ugualmente efficaci.

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