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L’Ilva agli azeri di Baku: «Ci sia massima trasparenza». L'appello di Legambiente, scettica Peacelink

 
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L’Ilva agli azeri di Baku: «Ci sia massima trasparenza». L'appello di Legambiente, scettica Peacelink

Le reazioni sulla decisione dei commissari Ilva e Adi amministrazione straordinaria di chiedere al governo l’autorizzazione a proseguire in esclusiva con Baku Steel la trattativa per la vendita del siderurgico

Sabato 22 Marzo 2025, 12:20

TARANTO - Fioccano le reazioni sulla decisione dei commissari di Ilva e Adi in amministrazione straordinaria di chiedere al governo l’autorizzazione a proseguire in esclusiva con Baku Steel la trattativa per la vendita del siderurgico.

«Ora che si entra nella fase conclusiva della procedura di vendita della ex Ilva, al governo chiediamo la massima trasparenza: si rendano noti i termini delle tre offerte globali presentate affinché i cittadini di Taranto possano verificare se è stata data priorità assoluta alla tutela delle persone, della salute e dell’ambiente, o si sia solo scelto chi ha offerto di più. Nella trattativa esclusiva che si aprirà con gli azeri di Baku Steel l’aspetto decisivo è costituito dalla piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico, da avviare e realizzare con urgenza» dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, aggiungendo che bisognerà arrivare «in tempi brevi, i più brevi possibili, alla sostituzione completa di altiforni e cokerie con forni elettrici e utilizzo del preridotto e dell’idrogeno. Ci preoccupano le indiscrezioni sulla permanenza per un tempo non definito di un altoforno e delle cokerie, le più vecchie d’Europa, a suo servizio».

Per l’ambientalista «preoccupa anche il possibile arrivo di una nave rigassificatrice di cui non si avverte alcun bisogno, considerato che il gas necessario prima del passaggio completo all’idrogeno arriva in Puglia con Tap. Come ci preoccupano le scelte fatte con l’ultimo decreto sulla ex Ilva che non sono in nessun modo condivisibili». «Rimpinguare le casse di Acciaierie d’Italia in As - insiste Franco - per consentirle di continuare a produrre sottraendo alle bonifiche 400 milioni di euro è una vergogna». Infine, la presidente di Legambiente Taranto sostiene che «le norme sulla valutazione preventiva dell’impatto sanitario emanate solo per adempiere alle disposizioni della Corte di giustizia dell’Unione europea, rappresentano una soluzione pasticciata, che penalizza il diritto alla salute, utilizza strumenti impropri e basa le valutazioni su vecchi limiti superati dalle indicazioni dell’Oms».

«Io sono molto pessimista. Questa azienda dovrà fare i conti con pesanti passività. I lavoratori pagheranno il prezzo di un’operazione che non ha futuro in un mercato in grandissima difficoltà e soprattutto gli impianti attualmente sono sotto sequestro» spiega Alessandro Marescotti, di Peacelink Taranto, ai cronisti davanti al Tribunale di Potenza. Secondo il portavoce dell’associazione ecologista, «l’accordo tra il governo e questa nuova società è un accordo che riguarda essenzialmente il gas ma questa acciaieria - ha detto - perde qualcosa come media di 700 - 800 milioni l’anno. Se questa nuova società riuscirà a mettere in carreggiata il bilancio, allora chi lo farà potrà ambire al premio Nobel per l’economia».

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