«Quella che, al Comune di Taranto, si aprirà nei prossimi mesi dovrà essere una consiliatura istituzionale. Il prossimo sindaco, secondo me naturalmente, dovrebbe contare su una maggioranza larga, molto larga, in modo tale che nessuno sia più determinante in aula e faccia il 17mo lanciando al sindaco continui ultimatum o, peggio, facendo dei ricatti politici. E poi, c’è bisogno di un primo cittadino con un profilo ben determinato, molto diverso dai nomi che circolano in questo periodo sui giornali». Ad esprimersi in questi termini è l’ormai ex consigliere comunale dell’ex Area Melucci ed attuale segretario provinciale del Psi, Paolo Castronovi.
Segretario Castronovi, il Psi parteciperà alla prima riunione del tavolo del centrosinistra in programma stasera (ieri, ndr)?
«Se qualcuno mi invita, vado».
Forse non la contattano perché lei ha sostenuto sino all’ultimo istante Melucci. Non crede?
«Probabilmente, è così. Ma è un problema loro».
In che senso?
«Non ho fatto cadere l’ex sindaco di Taranto, come pure da quell’area mi avevano invitato più volte a fare, per coerenza. E io non calpesto i miei valori per qualche poltrona o per altro».
Il centrosinistra, da dicembre 2023, però, è stato all’opposizione di Melucci. Tranne lei.
«Non proprio. Lo stesso Pd si è spaccato, mi pare».
E, alle prossime Amministrative, dove si collocherà il Psi?
«Presenteremo una lista. In quale schieramento? Il Partito socialista italiano è storicamente, persino a livello internazionale, nel campo dei progressisti, ma detto questo, di certo, non andremo da loro con il cappello in mano. Chiediamo pari dignità, altrimenti prenderemo strade diverse».
Castronovi, tra i nomi in lizza, quale potrebbe avere il sostegno del Psi?
«Serve altro, decisamente altro».
Cosa? Anzi, chi?
«Si sta verificando, in questi giorni, quello che temevo accadesse e che, infatti, mi aveva convinto a non far cadere l’Amministrazione comunale: il vuoto, una mancanza assoluta di visione. Per questo, bisognerebbe andare anche oltre gli attuali schieramenti politici».
Che cosa vuol dire esattamente?
«Considerati gli impegni e le grandi sfide da affrontare, Taranto avrebbe bisogno di un sindaco che possa riconciliare e riappacificare una città così litigiosa, ferita».
Facile a dirsi.
«L’ideale sarebbe puntare su una personalità politica, preparata, che è fuori dal giro da qualche anno in modo che possa svelenire questo clima così avvelenato e che possa essere sostenuto non dico da tutti, ma dalla maggior parte dei partiti e dei movimenti civici».
Segretario, ha tracciato l’identikit ma il nome ce l’ha?
«Secondo me, ce ne sono almeno due. Ma, in questa fase, è inutile davvero lanciare candidature se prima non si comprende quanto sia percorribile lo scenario che ho appena delineato in quest’intervista. Per essere più chiaro, se non ci sono le condizioni per provare almeno a ragionare diversamente è davvero inutile andare avanti. Vediamo, i prossimi giorni saranno importanti. Forse decisivi».
















