TARANTO - Via libera al progetto esecutivo per i lavori di recupero e rifunzionalizzazione di Palazzo D’Ayala. L’immobile della Città Vecchia, com’è noto, è indubbiamente uno dei più importanti beni storici e artistici di Taranto. E così, con un finanziamento di 7,2 milioni di euro, il Comune punta a restituire alla città un patrimonio culturale di grande rilevanza, così come già indicato dal piano triennale delle opere pubbliche 2024-2026. Da quel che risulta alla Gazzetta, l’iniziativa, approvata dalla giunta Melucci, prevede interventi di restauro sia dell’edificio principale che dell’ipogeo annesso, in linea con le direttive stabilite dalla delibera Cipe del 2018.
In particolare, alla progettazione dell’intervento ha lavorato il raggruppamento temporaneo di professionisti (Rtp) guidato da Gnosis Progetti società cooperativa, incaricato della progettazione esecutiva con la guida dell’architetto Marco Stigliano. L’iter di approvazione ha attraversato una serie di passaggi formali. Inizialmente, infatti, il progetto esecutivo doveva essere completato in trenta giorni, ma è stata poi concessa una proroga che ha portato alla consegna definitiva solo nel maggio 2024. Successivamente, la società Conteco Check srl ha condotto la verifica tecnica, emettendo il cosiddetto rapporto di controllo finale il 30 ottobre 2024. E poi dopo un’ulteriore revisione, il progetto ha ottenuto il via libera del responsabile unico del procedimento (Rup) del Comune di Taranto, che ne ha convalidato la conformità il 6 novembre scorso.
Ora, le cifre più nel dettaglio. Il piano di intervento, che come già sottolineato è coperto da un investimento complessivo di 7,2 milioni di euro, include le seguenti diverse «voci» contabili: circa 5,5 milioni di euro destinati ai lavori edili veri e propri; 179mila euro per gli oneri di sicurezza; infine, oltre 1,4 milioni di euro per somme da lasciare a disposizione dell’Amministrazione comunale di Taranto nel caso in cui sorgessero, durante i lavori, imprevisti di qualsiasi natura.
«Il restauro del Palazzo D’Ayala – si riporta testualmente dal provvedimento adottato dal Municipio – si inserisce in un programma più ampio di valorizzazione del patrimonio culturale di Taranto, destinato a trasformare questo edificio storico in un nuovo polo attrattivo per cittadini e turisti».
Qualche cenno storico. Il Palazzo d’Ayala Valva (è questa la denominazione completa) fu costruito nel XVIII secolo da don Ignazio Marrese che ne fece non solo la sua dimora, ma anche una residenza raffinata in cui ospitare i ministri del re e gli ufficiali. Il palazzo ha l’ingresso in via Paisiello e si affaccia sul Mar Grande. La famiglia Marrese, di origine francese, era soprannominata «cefali di Marrese» proprio per l’affaccio del palazzo sulla zona riservata alla pesca dei cefali.
Nel 1800, l’immobile di tre piani (e tre sotterranei) fu acquistato dalla famiglia d’Ayala Valva, di origine spagnola, che lo modificò sostanzialmente facendogli acquisire connotazioni rinascimentali al posto di quelle prevalentemente settecentesche. Nel 1981 il palazzo fu sottoposto alle disposizioni di tutela del patrimonio artistico dalla Soprintendenza e nel 1982 fu espropriato dal Comune per consolidarne le strutture, restaurarne gli interni e destinarlo a sede del Museo etnografico «Alfredo Majorano» (ora invece ospitato a Palazzo Pantaleo).
Attualmente l’edificio è in stato di totale degrado e abbandono, il portone è ormai murato dopo i continui furti avvenuti negli anni scorsi, le finestre sono completamente aperte ed è possibile riuscire a scorgere da qualcuna di esse i maestosi soffitti lignei dipinti. Per questo, evidentemente, c’è grande attesa che dopo l’ok al progetto esecutivo si proceda a stretto giro con l’indizione della gara d’appalto per la realizzazione dei lavori.