MASSAFRA (TARANTO) - «Autentici predatori sessuali». Così il pubblico ministero Antonio Natale ha definito i tre indagati finiti in carcere perché ritenuti responsabili dello stupro di gruppo su una 23enne avvenuto nella notte tra il 30 e 31 agosto nelle campagne di Massafra nel Tarantino. Nella sua richiesta convalida del fermo, su cui oggi si esprimerà il gip Francesco Maccagnano, il magistrato inquirente ha infatti evidenziato che «gli indagati sono molto pericolosi» e «possono molto concretamente reiterare il reato». Ma non solo.
Nel documento il pm Natale ha chiarito che se lasciati in libertà i tre uomini potrebbero inquinare le prove: «Quando si è cominciata a diffondere la notizia che i carabinieri erano alla ricerca degli indagati - ha evidenziato il magistrato – uno di loro ha cercato di contattare la vittima dello stupro che era ancora in ospedale per accertamenti». Per la procura questo è un elemento che mette in luce il rischio di «intimorire» la vittima e spingerla evidentemente a cambiare le sue dichiarazioni. E infine non si esclude che gli indagati possano darsi alla fuga: uno dei tre fermati, infatti, quando si è accorto che i carabinieri erano arrivati nella sua abitazione, ha tentato di scappare, ma è stato bloccato dai militari...