TARANTO - Scoppia il caso intorno alla notizia della possibile trasformazione in museo navale dell’ex portaerei Garibaldi. Non è passata inosservata la notizia riportata sull’edizione della «Gazzetta» di ieri dell’ipotesi di trasferimento a Genova della nave dopo la sua dismissione per realizzarne il primo polo museale galleggiante d’Italia. L’operazione ligure nasce in seno al Centro studi «Giuseppe Bono», istituzione culturale e scientifica collegata a Fincantieri, che già diversi mesi fa ha presentato allo stato maggiore della Marina Militare un dettagliato progetto per la musealizzazione dell’unità navale. L’iniziativa è guidata dall’ammiraglio Sergio Biraghi, già capo di stato maggiore della Marina e oggi vicepresidente del Centro di analisi sulla marittimità. Genova, con questa operazione, si candida a potenziare la filiera del turismo del mare che lì muove già grossi numeri tra il Museo del Mare e l’Acquario.
Taranto, però, storica capitale della Marina Militare e base navale che, per ben 40 anni, ha ospitato alle sue banchine il Garibaldi, torna a rivendicare l’idea della musealizzazione dell’unità. E così spunta fuori che Asset, l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio, aveva presentato già nel 2019 un suo progetto per realizzare a Taranto la nave museo. All’epoca l’ipotesi progettuale, che era legata anche al sistema di accoglienza per i Giochi del Mediterraneo, fu illustrata ai vertici della Marina di Taranto. Direttore dell’agenzia Asset era all’epoca Elio Sannicandro. «L’innovativo progetto - scriveva Asset nel 2019 -, si chiama “Thalassa (Taranto Historical Adventure Leading to Ancient Stories of Sea and Arts)”, Museo esperienziale della storia e della cultura del Mar Mediterraneo, per cui è stata ipotizzata la localizzazione ideale a bordo della nave Garibaldi insieme ad altre auspicabili e interessanti utilizzazioni complementari e fortemente attrattive».
Oggi Elena D’Arcangelo, del gruppo «Con Taranto», torna sulla questione e assicura l’impiego dell’assessorato regionale al Turismo per avviare una discussione con la Marina Militare. «Non risponde al vero che dalla città di Taranto nessuno abbia pensato a trovare una nuova destinazione per la portaerei Garibaldi, destinata al disarmo. A seguito della elaborazione del Piano Strategico per Taranto e delle interlocuzioni con l’Autorità Portuale, la Marina Militare ed il Comune di Taranto, Asset elaborò un progetto di fattibilità sul riuso dell’area militare per la realizzazione dell’approdo turistico comprendente il centro nautico, per i Giochi del Mediterraneo, e il riuso della nave Garibaldi come foresteria-albergo a servizio del centro nautico. La progettazione includeva un percorso innovativo, con un acquario green che raccontasse la storia del mare e della navigazione del Mediterraneo. La proposta suggestiva, corredata da una progettazione preliminare, fu inoltrata alla Marina Militare ed al Comune di Taranto e fu presentata pubblicamente, riscontrando molto interesse. La Marina Militare, all’epoca, rispose che la decisione rispetto alla propria risposta era prematura poiché lo stato maggiore della Difesa avrebbe preso una definitiva scelta dopo il varo della nuova portaerei Trieste. Più tardi, a memoria, la Marina Militare comunicò il possibile uso della nave per il lancio di satelliti ad uso misto. Ora nell’incredulità di tutti - scrive D’Arcangelo -, ci sarebbe il progetto del Centro Studi Bono che la colloca a Genova come museo galleggiante. Tutto si può dire, tranne che noi non ci abbiamo provato. E se c’è ancora qualche possibilità continueremo a lottare, non sarà facile, ma ne varrà la pena».