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Ex Ilva, Riondino, Mannoia e Romina Power in campo per la salute e l'ambiente di Taranto

 
Redazione online

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Ex Ilva, Riondino, Mannoia e Romina Power in campo per la salute e l'ambiente di Taranto

Personaggi dello spettacolo e della culturale a sostegno di sedici associazioni e movimenti

Mercoledì 07 Agosto 2024, 18:32

TARANTO - Le star del mondo dello spettacolo scendono in campo accanto alle associazioni di Taranto per rivendicare il rispetto della sentenza della Corte di Giustizia europea sull'ex Ilva che ha fissato dei principi cardine a tutela della salute. Secondo i giudici del Lussemburgo (la pronuncia è del 25 giugno scorso) se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, l’esercizio dell’acciaieria ex Ilva di Taranto dovrà essere sospeso.

Ora che c'è il bando internazionale destinato a selezionare player industriali per il rilancio dell’ex Ilva, si denuncia una presunta manovra elusiva da parte del governo per bypassare la sentenza della Corte di Giustizia. È quello che sostengono 16 tra movimenti e associazioni e due sindacati, ora affiancati da personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e del giornalismo: da Fiorella Mannoia a Romina Power, da Mietta a Michele Riondino, da Andrea Rivera a Vauro, da Alessandro Bergonzoni a Mimmo Cavallo, da Valentina Petrini a Patrizia Garganese.


Bruxelles, ha riferito un portavoce della Commissione Ue, analizza «le implicazioni» della sentenza della Corte di giustizia Ue sulla conformità ambientale dell’ex Ilva» ma la decisione sul possibile stop dell’impianto a tutela della salute pubblica «spetta al tribunale di Milano». La vicenda ruota attorno all’azione inibitoria contro l’ex Ilva che fu presentata da 11 cittadini aderenti all’associazione Genitori Tarantini, tra cui un bambino affetto da una rara mutazione genetica. Il Tribunale di Milano aveva sospeso il giudizio rivolgendo una serie di quesiti alla Corte del Lussemburgo, che si è poi espressa alla fine di giugno. «Dal canto suo - ha ricordato il portavoce facendo riferimento alla procedura d’infrazione pendente da oltre dieci anni nei confronti dell’Italia -, la Commissione europea ha sotto la sua lente anche il report sull'attuazione del piano ambientale elaborato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)».


Le associazioni e i personaggi pubblici che hanno sposato la causa sostengono che «il governo ed i suoi commissari delle amministrazioni straordinarie di Ilva e Acciaierie d’Italia (AdI) stanno violando apertamente quanto deciso dalla Corte di Giustizia Europea, secondo la quale in caso di pericolo grave per la salute e l’ambiente l’attività di Ilva deve essere sospesa».
E aggiungono che nel bando di gara «si afferma esplicitamente che i commissari straordinari di AdI stanno ponendo in essere tutte le attività propedeutiche al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) a garanzia delle esigenze primarie di tutela della salute dei cittadini. Il governo quindi ammette che attualmente non esiste una valida Aia, scaduta un anno fa, e che la nuova dovrà svolgere le valutazioni sanitarie imposte come obbligatorie dalla Corte di Giustizia».


I firmatari del documento di denuncia insistono: «Il governo ha l’obbligo, prima di qualsiasi altra decisione, di attendere gli esiti degli accertamenti scientifici e non di anticiparli. Non può iniziare una procedura di vendita di una attività che, all’esito delle valutazioni sanitarie, potrebbe essere sospesa. Chiunque detenga - avvertono - gli impianti, se il Tribunale di Milano accerterà l’attualità di un grave rischio per la salute, dovrà fermarli».

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