TARANTO - Sono stati condannati e liberati i tre tifosi del Taranto finiti a processo al termine del derby dei rossoblu contro il Brindisi giocato a marzo scorso.
I tre, difesi dagli avvocati Andrea Maggio e Claudio Petrone, sono stati assolti dall'accusa di interruzione di pubblico di servizio, uno dei due capi di imputazione che erano stati contestati dalla procura brindisina: sono invece stati condannati per la violazione del Daspo che era giuà stato emesso nei loro confronti.
Per due di loro il giudice ha inflitto una pena a un anno di reclusione, trasformata però in una pena pecuniaria, mentre per il terzo è stata emessa una pena a 1 anno e 1 mese di reclusione con la sospensione condizionale.
Nell'auto di alcuni di loro furono ritrovate, al termine della gara, una serie di armi: sei ordigni artigianali, una mazza da baseball, un tubo in plastica e persino una chiave inglese. Un arsenale che gli agenti della Digos di Brindisi individuarono a bordo del mezzo sui cui viaggiavano gli ultras del Taranto fermati e finiti inizialmente ai domiciliari. Poco dopo i difensori ottenere la revoca dei domiciliari trasformati in obbligo di dimora: ieri al termine del processo di primo grado anche quest'ultima misura è stata cancellata e i tre sono tornati in libertà.
Per l'accusa quell'arsenale era la dimostrazione del fatto che i rossoblu avevano preparato per lo scontro con gli avversari nel momento in cui stavano per lasciare la città. L’intera gara era stata caratterizzata da cori ostili tra le due compagini e al termine della gara l’ipotesi di uno scontro era particolarmente palpabile.
Le indagini dei poliziotti brindisini hanno permesso di accertare che i supporter rossoblu era già stati destinatari di Daspo, il divieto di assistere a manifestazioni sportive per altre vicende del passato: stando a quanto trapelato, gli indagati avrebbero regolarmente apposto la firma in Questura a Taranto e poi sarebbero volati a Brindisi per unirsi alla tifoseria ionica, nonostante il divieto. E così, una volta terminata la gara, le forze dell’ordine hanno scortato i tifosi tarantini mentre si allontanavano da Brindisi, ma improvvisamente alcune auto si sono fermate al centro di una rotatoria per cercare un contatto con i supporter locali. L’imponente spiegamento di forze, disposto e gestito dal Questore di Brindisi Giampietro Lionetti, ha però impedito che la situazione degenerasse.
Gli accertamenti dei poliziotti, però, hanno permesso di individuare la Lancia Delta a bordo della quale viaggiavano i quattro indagati: la perquisizione ha portato così alla luce tutti gli strumenti che gli ultras conservavano a bordo dell’auto.