TARANTO - «Il maltempo? Non lo prendiamo neanche in considerazione». Nel Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto, che ieri mattina ha ospitato la prima conferenza stampa del concertone dell'Uno Maggio 2024, l'incubo della scorsa edizione interrotta per il temporale sembra ormai lasciato definitivamente alle spalle: «Abbiamo venticinque giorni per organizzare tutto, roba da Guinness dei primati, ma ce la faremo».
In effetti l'annuncio è arrivato piuttosto tardi rispetto al solito: poco più di un mese fa, a Sanremo, Diodato, confermato direttore artistico insieme a Michele Riondino e Roy Paci, era stato piuttosto cauto, facendo capire era «più un no che un sì». Invece gli assidui del concertone del Parco Archeologico delle Mura Greche possono stare tranquilli: c'è attesa per il cast (non sono arrivati spoiler, ma si parla di nomi al top della musica italiana, insieme a tanti giovani) e per le vertenze nazionali e internazionali a cui verrà data voce sul palco. Gli organizzatori presenti, Virginia Rondinelli, Raffaele Cataldi, Gianni Raimondi e Simona Fersini, hanno illustrato il documento politico (si può leggere integralmente sui canali social «Uno Maggio Taranto»), confermando la natura «libera» dell'evento: «Non ci fermeremo ai temi locali, andremo oltre i confini, parleremo di guerra, di Medio Oriente, terre di sacrificio - con le dovute proporzioni - come Taranto. Vogliamo poter dire con fiducia a chi guarda al domani: "Sogna, ragazzo sogna"! Vogliamo che la cultura sia l'arma unica ed efficace per difendere la pace».
Uno sguardo al mondo, quindi, con un inevitabile focus sulla città, descritto da Raffaele Cataldi, operaio ex Ilva in As: «Rappresento la voce di quei lavoratori sistematicamente sulla bocca di politici e sindacalisti, regionali e nazionali. Noi non riusciamo a farci sentire, chi siede ai tavoli parla a nome di gente che non conosce e impianti che non ha mai visto. Siamo accusati di violare la democrazia perché prendiamo la parola nelle assemblee, tentiamo di fermare i politici per strada. A questo punto visto che agli occhi della gente sembriamo violenti, avendo come garanti i nostri direttori invitiamo ufficialmente i segretari di partito e i vertici sindacali nei giorni precedenti al concertone, per definire la nostra situazione, per una tavola rotonda senza raccontare bugie. Ho 53 anni, non so che fine farò domani, noi operai siamo merce di scambio per le tornate elettorali. Non vediamo un futuro, e qui si pensa ancora a salvare metà o un quarto di altoforno».
Non sarà l'unico appuntamento precedente al concertone, anticipato da una settimana di eventi collaterali e musica live (annunciati già i Terraròss il 28), a partire dal 23 aprile con un corteo dal tema «Onda del futuro»: «Una marcia per Taranto - spiega Simona Fersini - per accendere una luce sulla situazione tragica dei giovani che se ne vanno. Chi governa deve sapere che la città vuole altro, non accetta questo presente e merita un altro futuro». Un futuro che ad oggi vede la parola «emergenza» con un'amara sistematicità: «Conviviamo con l'emergenza Ilva, con quella climatica - aggiunge Gianni Raimondi - l'Ilva produce inquinamento, disoccupazione, le malattie professionali sono aumentate del 33%. È la città in cui il lavoro produce più danni per la salute».
L'intera manifestazione sarà trasmessa in diretta su Antenna Sud. E in chiusura il Comitato ci ha tenuto a sfumare una polemica, sfatando il mito che lo scorso anno l'Uno Maggio si sia trasferito a SpazioPorto, con un biglietto a pagamento: «Quando si organizzano eventi del genere, anche se piove e si interrompe tutto i fornitori vanno pagati, così come la sicurezza, il service, gli alberghi che ospitano gli artisti. Gli amici di SpazioPorto in poco tempo ci hanno dato un contributo enorme: siamo un Comitato che quando c'è un debito prende i soldi dalle sue tasche».