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Urso: «Martedì sarò a Taranto per l'ex Ilva, i privati faranno ingresso entro il 2024»

 
Redazione online

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Ministro Urso a workshop del Dta a Mesagne: «Entro il 2024 una legge sullo spazio»

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha poi aggiunto: «Il commissario Quaranta ha già preso possesso dell’azienda»

Venerdì 23 Febbraio 2024, 16:10

17:51

TARANTO - «Il commissario Giancarlo Quaranta ha già preso possesso dell’azienda. Io stesso mi recherò a martedì a Taranto per incontrare i lavoratori, i rappresentanti delle associazioni sindacali, delle imprese e gli enti locali». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Forum in masseria 2024 sull'ex Ilva.

Il ministro martedì 27 febbraio presiederà nella Prefettura di Taranto, a partire dalle 8.15, una riunione sull'ex Ilva alla presenza del neo commissario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, e dei commissari straordinari di Ilva in As.
Si legge nella lettera di convocazione inviata dal prefetto di Taranto Paola Dessì alla sezione locale di Confindustria, ad Aigi, Confartigianato Puglia, Casartigiani Puglia, Conferederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa-Cna, Confapi, Federmanager-sezione di Taranto, Fai Conftrasporto Bari, ai segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil e ai segretari provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl Metalmeccanici.

La riunione, convocata nel salone di rappresentanza della Prefettura, ha per oggetto la procedura di amministrazione straordinaria e la nomina del commissario straordinario. Il giorno prima, lunedì 26, il neo commissario di Adi Quaranta incontrerà invece i segretari nazionali dei segretari metalmeccanici nello stabilimento di Taranto.

A Taranto «ci sono diverse navi in porto o in rada che non riescono a sbarcare le materie prime, perché bisogna pagare in anticipo ma non c'è cassa. Non ci sono, o sono poche, le materie prime nei magazzini. Questo è il primo accertamento che sta facendo il commissario».

«Senza materie prime si fermano gli impianti. E quando succede per un impianto siderurgico gli impatti sono molto importanti», ha spiegato.

«Domani sarò a Copenaghen dove incontrerò anche il vicepresidente della Commissione Ue, Vestager, perché dobbiamo essere autorizzati al prestito ponte da 320 milioni, che deve essere restituito, per non essere sottoposti al vincolo degli aiuti di Stato. Dobbiamo quindi documentare la possibilità che sia restituito e, per fare questo, l’impianto deve essere rilanciato. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Forum in masseria 2024 sull'ex Ilva.

«In un clima in cui le forze sociali, politiche, sindacali e produttive sono impegnate in maniera coesa, sarà più facile creare le condizioni perché gli investitori privati, con procedure di pubblica evidenza, possano acquisire gli impianti. Questo accadrà entro quest’anno». «In questi giorni ci sono state già più proposte di importanti multinazionali straniere. Non c'è un confine né tra italiani e stranieri né tra europei ed extraeuropei», ha spiegato Urso.

«Il commissario ha fatto una prima due diligence e penso martedì dirà cosa ha trovato. Ho fatto appello alle aziende siderurgiche italiane, clienti dello stabilimento ex Ilva, chiedendo di pagare in anticipo le fatture in scadenza nei prossimi mesi, per consentire al commissario di avere una cassa. Mi hanno risposto positivamente. Il gruppo Marcegaglia ha già dato ordine di pagare subito. Mi auguro che lo facciano anche gli altri gruppi, dimostrando che esiste un sistema Paese coeso per rilanciare il più grande asset siderurgico».

«Stiamo realizzando un piano siderurgico nazionale, che prenderà forma compiuta prima dell’estate, che prevede quattro poli in Italia».
«Il primo polo è formato dalle acciaierie del Nord, all’avanguardia in Europa e il più grande polo green d’Europa per sostenibilità ambientale; il secondo è quello di Terni, per cui entro poche settimane definiremo l’accordo di programma per rilanciarlo, che tra l’altro è stato assegnato a un imprenditore privato italiano; il terzo polo è quello di Piombino dove ci sono operai in cassa integrazione da 9 anni ma dove abbiamo suscitato un interesse e firmato un mou con Metinvest per realizzare 2,3 miliardi di investimenti di tecnologia green. Nei prossimi giorni è verosimile che venga firmato un altro accordo con Jindal perché siamo riusciti a creare un contesto industriale per far convivere in quell'area due diversi investimenti stranieri nel settore siderurgico riuscendo a riprendere tutta l’occupazione in cassa integrazione. Il quarto polo - ha detto Urso - è quello dell’ex Ilva che riguarda non solo Taranto ma anche Genova, Novi Ligure, Racconigi. Sono convinto che riusciremo a fare un’operazione importante, tale da creare in Italia una produzione siderurgica rispondente alle esigenze della siderurgia e del manifatturiero italiano».

L'ACCUSA DI PAITA: URSO INADEGUATO

«Le navi in porto che non sbarcano le materie prime per l’Ilva di Taranto perché non ci sono i soldi è l'immagine di un paese in ginocchio. Per l’acciaieria è un tracollo. Meloni prenda atto che ha un ministro inadeguato, qualcuno prenda in mano la situazione». Lo dice la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. «Per un anno Urso ha detto che andava tutto bene, mentre il socio privato Arcelor Mittal preparava la fuga. Cosa nota a tutti. Oggi finalmente il ministro si accorge che la situazione è al collasso e annuncia la visita a Taranto, proprio mentre gli impianti rischiano di fermarsi per mancanza di materie prime. Le aziende dell’indotto sono disperate, i lavoratori temono di non essere pagati per prestazioni già svolte. In che mondo ha vissuto Urso finora?».

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