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Taranto, gli sfollati di via Galeso, nel quartiere Tamburi: «Non perdiamo la dignità»

 
valentina castellaneta

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valentina castellaneta

Taranto, gli sfollati di via Galeso: «Non perdiamo la dignità»

Si cercano alloggi di fortuna, c’è anche una neonata di 4 mesi

Martedì 06 Febbraio 2024, 14:18

14:24

Il fiocco rosa sul portone annuncia ancora la nascita della più piccola inquilina dello stabile di via Galeso, 98 sgomberato una settimana fa per il rischio di crollo dello stabile. Anche la neonata di 4 mesi e la sua famiglia, in tre ore hanno dovuto lasciare la loro casa. Complessivamente sono 55 gli sfollati che da una settimana cercano alloggi di fortuna: i più fortunati, come la famiglia della neonata, dormono dai parenti, qualcuno invece è costretto a trascorrere le notti in macchina.

Ieri mattina il marciapiedi davanti all’edificio era affollato. Il nastro bianco e rosso fermava ancora il passaggio, mentre i vigili aiutavano la gente a recuperare i beni necessari dalle loro case. Intanto gli ingegneri inviati dal comune svolgevano il loro sopralluogo. Il Comune aveva garantito di sistemarli in albergo, ma così non è stato. Francesco con sua moglie, sua figlia e il cagnolino, non sono riusciti a trovare un posto dove stare. «Ci stiamo arrangiando nel furgone – dice – dormiamo sui sedili, come i barboni. Il Comune se ne sta fregando di noi». Francesco non ha un lavoro fisso, racconta di arrangiarsi, ma ora non sa come fare. «Il sindaco si è proprio scordato di noi. Io chiedo un appoggio, anche un buco».

«Ci siamo trovati dalla sera alla mattina fuori di casa» racconta disperata la signora Clara mentre è in attesa di entrare nel suo appartamento per recuperare almeno i documenti: «Ci hanno anche trattato male – spiega – come se noi non volessimo uscire. È vero che io sono proprietaria, però qui ci sono i sacrifici di una vita. Siamo sfollati da martedì scorso e solo stamattina si è presentato un assessore. Al Comune chiediamo vigilanza, perché abbiamo paura di essere svaligiati». I fatti risalgono al 30 gennaio scorso, quando un’inquilina aveva notato rumori sospetti e il distacco dell’intonaco. Allertato, l’amministratore del condominio ha subito chiesto l’intervento dei Vigili del fuoco, che hanno riscontrato lesioni in diversi punti della palazzina e ordinato lo sgombero per il pericolo di cedimento strutturale.

Secondo gli ingegneri si tratterebbe di due lesioni differenti, avvenute nel versante interno della struttura, sul lato Mar Piccolo. Mercoledì torneranno per un altro sopralluogo. Servono altri rilievi, come quello geomorfologico, per comprendere la staticità dell’edificio. Un risanamento non impossibile da fare, ma bisogna pagarlo.

Gabriella Saccone è ospite in casa di sua sorella, con il compagno e il figlio. «Mia sorella – afferma – è invalida al 100 per cento, non possiamo esserle di peso. Stamattina è venuto l’assessore Michele Mazzariello e ci ha detto di trovarci un affitto e il Comune provvederà, in base all’Isee, a pagarci la locazione per un anno. Il problema è questo: quale proprietario prenderebbe in carico la mia storia, fidandosi del Comune?». E poi c’è Gabriella che racconta di aver perso da poco il reddito di cittadinanza e di non avere diritto all’assegno di inclusione. «Dovrei ricominciare da zero, visto che non so se potrò portare via anche solo un cucchiaino. Ho 20 anni di matrimonio tra quelle mura. Non ho Isee, non ho niente, vivevamo di reddito di cittadinanza, ora non più. Siamo in balia delle onde. Oggi sto da mia sorella e domani? Io non chiedo un alloggio gratuito, chiedo solo che il Comune si faccia da tramite. Sono disposta anche a pagare le mie 200 euro di affitto come ho sempre fatto, perché la dignità non l’ho persa. Abbiamo sempre avuto poco, ma con dignità».

Al piano terra della palazzina c’è un piccolo negozio che rappresenta il futuro del giovane barbiere Alessio Biase. Ci lavora da sempre con il papà e lo zio, che vorrebbero lasciare tutto a lui. «Non è solo una disavventura - dice - perché tutti questi giorni di chiusura come li possiamo recuperare? E poi anche se è solo un locale, per me è una seconda casa».

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