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Taranto, picchiata e cacciata di casa, madre adottiva va a processo

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, picchiata e cacciata di casa, madre adottiva va a processo

L’odissea di una coppia di fratelli stranieri vessati da un’insegnante

Venerdì 01 Dicembre 2023, 14:06

14:20

TARANTO - Picchiata, umiliata, cacciata di casa. È durata appena un anno la serenità di una ragazzina straniera adottata da una coppia della provincia di Taranto: un breve periodo prima che nella madre adottiva, un’insegnante, qualcosa cambiasse diventando aggressiva, violenta, prevaricatrice. Un atteggiamento che ha segnato la vita dei due figli, ma anche quella del marito che invece ha sempre cercato di essere un padre amorevole. Una storia che è giunta prima nella caserma dei carabinieri e ora nelle aule di giustizia dove la donna si trovava imputata per i maltrattamenti imposti ai figli. I carabinieri parlano di «uno spaccato significativo sulla concreta esistenza di un clima famigliare che eufemisticamente, in prima battuta, potremmo definire insano».

A scatenare la vicenda è stata la denuncia della maggiore dei due ragazzi adottati: ai militari ha raccontato di come, circa un anno dopo aver lasciato l’orfanotrofio in cui era stata trasferita per via delle mancanze dei genitori naturali, anche la nuova casa in Italia si è trasformato in un luogo ostile, violento. «Ha iniziato anche ad alzarmi le mani – ha svelato la giovane descrivendo gli episodi che hanno sempre visto protagonista la madre adottiva - e mi picchiava con schiaffi, pugni e strattoni, mi tirava i capelli, mi strattonava per terra sferrandomi calci, in qualche circostanza mi ha dato anche dei morsi sulle braccia. Questi comportamenti li ha anche adottati con mio fratello più piccolo, e quando accadeva in mia presenza io correvo a difenderlo dalle botte, e finiva che le prendevo pure io. Ma mia madre non si limitava solo a questo, purtroppo, ha iniziato anche ad umiliarmi personalmente».

Un’escalation di vessazioni culminate con l’invito a lasciare la casa: «È meglio che te vai di casa, questa non è mai stata casa tua, qui sei solo un ospite che vive a mie spese!» le disse porgendole la giacca: la ragazzina andò via e da quel giorno ha cercato l’autonomia. Ha continuato a studiare e si è cercata un lavoretto serale, aiutata di nascosto dal padre. Ora lei e il fratello si sono costituiti parte civile nel procedimento penale attraverso gli avvocati Antonella Notaristefano e Deborah Panettieri: un giudice dovrà valutare stabilire se ci sono responsabilità penali della donna difesa dall’avvocato Egidio Albanese, ma intanto il futuro dei due bambini che credevano di aver trovato l’amore nella provincia di Taranto è ancora tutto da scrivere.

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