Sei condanne, due dichiarazioni di prescrizione e due assoluzioni. Si è chiuso così il primo grado di giudizio nei confronti dei dieci imputati finiti a processo per i lavori e le forniture sospette affidate ad amici e parenti all’interno di due scuole superiori di Taranto.
Il collegio di magistrati, presieduto dal giudice Elvia di Roma e a latere Costanza Chiantini e Antonio Giannico, ha condannato a 2 anni e 1 mese di reclusione l'ex preside dell'istituto Pitagora.
Francesco Terzulli, e poi gli imprenditori Alessandro Saracino, Domenico Gallina e Giuseppe Matichecchia a 2 anni di carcere e infine Domenico Nisi e Manuela Sarà a 1 anno. Prescritte invece le accuse nei confronti di Rita Danese e Paolo Fonzino. Infine sno stati assolti da ogni accusa la ex dirigente del Vittorino Da Feltre, Alessandra Larizza, e Spiridione Ricatti: i difensori, gli avvocati Vincenzo Vozza e Rosario Levato, sono infatti riusciti a dimostrare la pena innocenza dei loro assistiti convincendo i giudici a emettere una sentenza che scagiona i due da tutte le accuse.
Il verdetto in parte accoglie le richieste presentate dal pubblico ministero Francesca Colaci.
Le attività investigative della Guardia di finanza avevano portato alla luce, come detto, una serie di appalti e affidamenti concessi a parenti e amici da Archimede Sarà, ex direttore amministrativo delle due scuole, e Maria Graziella Mirabile: intorno ai loro nomi, infatti, si sono sviluppate le indagini e poco dopo la chiusura dell'inchiesta, difesi dall’avvocato Claudio Petrone, i due hanno scelto di patteggiare la pena. Archimede Sarà, secondo l’accusa, avrebbe istruito una serie di pratiche amministrative poi sottoscritte dai dirigenti scolastici per liquidare una serie di fatture ad aziende talvolta inesistenti per forniture idrauliche, informatiche, di cancelleria o elettriche e anche di lavori idraulici o sanitari che, secondo l’accusa, in alcuni casi non sarebbero mai stati realizzati. I casi finiti sotto la lente degli investigatori e in particolare riguarderebbero le attività svolte da Sarà fino al 2012 quando ricopriva l’incarico di direttore amministrativo dell’istituto Pitagora. A questo si sarebbero aggiunte anche le accuse di abuso d’ufficio. Nel 2012 infatti la scuola Pitagora avrebbe indetto una gara per la fornitura di attrezzature informatiche per la realizzazione di un laboratorio Ecdl: tra le aziende concorrenti c’era anche quella riconducibile alla famiglia di Sarà e quest’ultimo, invece di astenersi dal ruolo di membro della commissione tecnica per l’aggiudicazione provvisoria e della commissione di collaudo, avrebbe proceduto alla aggiudicazione definitiva e quindi istruito le pratiche per la liquidazione dei pagamenti per complessivi 30mila euro. Una vicenda che chiaramente non ha riguardato in alcun modo le successive dirigenze scolastiche dell’istituto. Ma Sarà è anche accusato, insieme ad alcuni membri della famiglia anche di aver turbato un’altra gara: nel 2016, quando lavorava al Vittorino da Feltre, avrebbe turbato una procedura per l’acquisto di un’altra apparecchiatura informatica.