TARANTO - Il canile di Grottaglie è pronto, ma funziona ben al di sotto delle sue capacità: perchè? È l’interrogazione urgente presentata dal locale gruppo consiliare del Partito Democratico al sindaco Ciro D’Alò e al presidente del consiglio Aurelio Marangella per comprendere le ragioni della funzionalità limitata della struttura ampliata nell’estate di tre anni fa.
«È dal luglio 2020 – affermano i dem – che sono conclusi i lavori di adeguamento strutturale ed impiantistico del canile comunale, mirati ad un significativo miglioramento della qualità della vita degli animali ivi ricoverati e degli stessi operatori, i quali con generosità lavorano nella struttura. Tuttavia - aggiungono i consiglieri - non si comprende perché a distanza di tre anni ancora non si procede alla sua formale apertura come non si comprende perché da oltre due mesi, non vi è stata alcuna disinfestazione della struttura da parte dell’impresa Teorema (ditta a cui è affidata la gestione dello smaltimento rifiuti nella cittadina ionica)».
Il canile di Grottaglie è dunque operativo ma secondo il presidente del gruppo Pd, Francesco Donatelli, viaggia a bassi giri. «Sono ospitati circa 180 cani – dice Donatelli - ed è inaccettabile che gli operatori vivano una situazione di precarietà ingiustificabile oltre a lavorare in una difficile condizione di igiene perché, di fatto, si ritarda l’attuazione del progetto» che prevede all’interno della struttura la presenza del canile sanitario, del canile ricovero e dell’infermeria veterinaria.
Per Donatelli la conseguenza più grave è che «non essendo consentiti ulteriori ricoveri, i cani che sarebbero destinati al canile grottagliese, vengono dirottati al canile di Maruggio o a quello di Sava, provocando un’ingiustificabile spesa a carico delle casse comunali». Ora quindi i dem chiedono chiarezza: oltre alle spiegazioni sul mancato avvio del funzionamento a pieno regime, i consiglieri vogliono «che sia palesata la spesa annuale sostenuta dalle casse comunali per il ricovero degli animali nelle sedi alternative».