GROTTAGLIE - «Da lunedì scorso è finalmente ripresa l’attività per quasi tutti i dipendenti. C’è ancora un residuo di vuoto-lavoro che stiamo gestendo con le ferie solidali ma a gennaio abbiamo firmato un accordo in cui è sancito che nel 2023 non ci sarà più cassa integrazione, strumento a cui l’azienda ha fatto ricorso sistematico lo scorso anno, quando si è lavorato solo per tre mesi e mezzo».
Con Pasquale Caniglia della segreteria Fiom Cgil di Taranto facciamo il punto sulla vertenza dello stabilimento Leonardo di Grottaglie, dove lavorano circa 1200 dipendenti diretti (e 300 dell’appalto) che si occupano della costruzione di due sezioni (centrale e posteriore centrale) della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787. La ripartenza è avvenuta dopo il lungo periodo di chiusura collettiva del 2022 e la fermata della produzione.
Caniglia, cosa prevede questo accordo sulle ferie solidali?
«Sostanzialmente è un fondo che si è creato attraverso una donazione volontaria di due giornate di festività per ogni dipendente. Tutto questo va a confluire in una sorta di salvadanaio e quindi le giornate di vuoto-lavoro vengono coperte attraverso questo fondo».
Qual è il piano di Boeing per il 2023 che riguarda lo stabilimento di Grottaglie?
«L’attività prosegue fino a giugno, mentre il mese di luglio verrà gestito con corsi di formazione legati al Fondo Competenze, il mese di agosto e i primi giorni di settembre ci sarà la fermata e poi si ripartirà con le attività a pieno regime fino al termine dell’anno. Il nuovo piano produttivo di Boeing prevede 55-60 serie di fusoliera per il 2023 rispetto alle 27 del 2022. Il numero raddoppia. Alla fine dell’anno avremo già 40 fusoliere pronte, a terra, che il cliente può ritirare, e speriamo non impattino rispetto alla produzione dell’anno prossimo».
Qual è la situazione dell’indotto?
«La vera emergenza è lì perché alcune aziende dell’indotto alla fine di giugno termineranno gli ammortizzatori sociali: la cassa integrazione straordinaria per una ditta, la Cigo per Tsm, Axist e Hb. Nelle giornate di vuoto lavoro i dipendenti diretti usufruiranno del fondo solidali, mentre i lavoratori dell’appalto si ritroverebbero privi di copertura. Hanno “bruciato” tutto: cassa covid, cassa ordinaria e straordinaria. Proveremo, attraverso la task force regionale per l’occupazione, a trovare una sorta di ammortizzatore in deroga».
Per i progetti di diversificazione ci sono novità?
«Stiamo per completare il primo prototipo di Vertical, il famoso taxi volante, e dovremmo realizzare anche il secondo. Poi ci sono i progetti Skydweller e, soprattutto, Euromale, che dovrebbe occupare più persone e realmente ci potrebbe portare fuori dalla mono-committenza entrando anche nel mondo militare, ma è completamente fermo. Hanno rinviato la produzione, che avverrà non prima del 2025».
Come sindacato siete soddisfatti delle risposte avute dall'azienda?
«Noi siamo soddisfatti rispetto all’accordo sul fondo solidale. Il fatto di aver scongiurato l’utilizzo dell’ammortizzatore straordinario non era scontato. La preoccupazione è legata alla questione dell’indotto e agli investimenti sul sito di Grottaglie che ancora non si vedono».
Il trasferimento della Divisione Elettronica dalla sede di Paolo Vi a Grottaglie quando è previsto?
«Ci hanno detto che dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2024. Personalmente credo che i tempi possano essere anche più lunghi. Non si sa ancora dove possano essere collocati questi lavoratori dal punto di vista logistico. Peraltro, la sede di Paolo VI che intendono chiudere ha delle strutture specifiche che a Grottaglie in questo momento mancano».