PALAGIANELLO - Alimentare un dibattito su una proposta di «sistema» turistico che incrementi la crescita economica del territorio della provincia jonica. Con questo obiettivo parte oggi, nelle sale del castello Stella Caracciolo di Palagianello, il «Festival del turismo ed enogastronomia nella terra delle gravine».
Ad aprire la due giorni, organizzata dall’Istituto alberghiero “Mauro Perrone” di Castellaneta con il Comune di Palagianello (alle 9.30) sarà il seminario sui frantoi e l’olivicoltura. Tra i temi dei workshop in programma: il pane, l’agricoltura, gli itinerari enogastronomici, le proloco, i territori della civiltà rupestre, il parco delle gravine, il turismo in terra jonica, i bed and breakfast, gli interventi infrastrutturali, il marketing pubblico.
Ne parleranno gli ospiti invitati a partecipare. Nomi importanti delle istituzioni e del mondo della cultura. Tra gli altri: l’onorevole Vito De Palma, l’assessore regionale al turismo Gianfranco Lopane, l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia, il senatore Rocco Loreto, l’accademico dei Lincei Cosimo Damiano Fonseca, già rettore della Università della Basilicata. A fare gli onori casa, il sindaco di Palagianello Maria Rosaria Borracci.
«L’idea è quella di spingere l’arco jonico a diventare “sistema gravine”, un brand concorrente a quelli più noti del Salento e del Gargano, per identificare un territorio morfologicamente omogeneo, proprio per la presenza delle gravine, che va da Grottaglie a Ginosa, fino a Matera», spiega Domenico Santoro, docente di Economia dell’Istituto Perrone, tra gli ideatori del festival sostenuto da Casa Isabella.
«Tuttavia, pur essendo il nostro territorio ricco di storia e tradizioni millenarie, dal potenziale più importante di Puglia, errori e contaminazioni derivanti da altre attività economiche, uniti alla mancanza di una visione strategica, hanno limitato lo sviluppo del turismo, che ancora non decolla, penalizzando la nostra enogastronomia».
Da qui la proposta. «Attraverso questa manifestazione - sottolinea Santoro - abbiamo voluto mettere in “rete” i tre interlocutori principali: la scuola (con la formazione), gli enti locali e di promozione. Questi, se fanno squadra con le aziende del territorio in crescita (specie nel settore della ricettività), elaborando questo “sistema”, il turismo riparte. È un modo per distaccarsi dalla realtà industriale, virando verso una riconversione in termini economici del territorio, e per reinventare anche l’agricoltura. Noi siamo favoriti dalla destagionalizzazione del turismo, grazie alla ricchezza dei beni culturali, un po’ sotto la polvere, che occorre rifunzionalizzare.
È stato il professor Fonseca - ricorda Santoro - il primo a lanciare la visione culturale ed economica del luogo, attraverso gli studi sulla civiltà rupestre, con l’idea di recuperare il valore storico di questi beni, ma anche di trasformarli in una miniera d’oro. Perché parta questo progetto, però - rimarca - è necessario un ragionamento di comprensorio, che finora è mancato, in quanto ci si è spesi sempre in termini di campanile».
Oggi e domani, dunque, si apre una discussione virtuosa su progetti e obiettivi da cui ripartire con l’avvio di tavoli di lavoro. «Auspichiamo che questi eventi si moltiplichino - afferma Santoro -. Considerate le esperienze e le personalità a confronto, siamo persuasi che sarà un’occasione imperdibile di studio, di approfondimento e di proposizione. La speranza - conclude - è che gli attori coinvolti capiscano che si può fare sul serio. Una nuova stagione di coordinamento per il rilancio dell’economia del turismo è possibile. Le condizioni sono mature».