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Taranto, lo studio del Cnr porta a nuove regole per i «Wind days»

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

Taranto, lo studio del Cnr porta a nuove regole per i «Wind days»

In atto una revisione: condizioni meteorologiche, con calma di vento, pericolose per la popolazione

Venerdì 02 Settembre 2022, 12:16

TARANTO - A sette anni dall’emanazione, le raccomandazioni alla cittadinanza sui «wind days» al quartiere Tamburi saranno oggetto di revisione. «Ci fa piacere che secondo le nostre indicazioni si potrà procedere alla modifica, rispetto alle raccomandazioni non corrette, ma siamo anche fortemente rammaricati per il tempo impiegato a recepire le modifiche».

Tanto afferma la ricercatrice Cristina Mangia che insieme con il team del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Lecce ha lavorato duramente perché si raggiungesse questo obiettivo. Sono serviti due studi scientifici pubblicati su riviste internazionali, tre interventi a congressi in Italia e all’estero, diverse sollecitazioni alle istituzioni e numerosi interventi mediatici tra cui quello coordinato dall’associazione “Salute Pubblica” presieduta da Marco Alvisi, per mettere in moto l’arrugginita macchina della burocrazia.

È del 30 agosto il verbale a firma del dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto che assicura che si procederà all’aggiornamento delle indicazioni alla popolazione generale in occasione dei Wind days. Revisione documento “Misure cautelative in occasioni di possibili criticità dello stato di qualità dell’aria a Taranto”. E nello stesso documento il bisogno della revisione, viene fatto risalire agli ultimi aggiornamenti dei dati di monitoraggio relativi allo stato di qualità dell’aria, per cui, si legge più avanti «è emersa la necessità, peraltro condivisa da ARPA Puglia e dall’Amministrazione Comunale, di aggiornare le valutazioni sanitarie e le conseguenti indicazioni per la popolazione generale in occasione di questi specifici eventi metereologici». 

Nello specifico, il punto sul quale si è fatto leva negli ultimi due anni e mezzo, gravita attorno alla fascia oraria, fra le ore 12 e le 18, che secondo le raccomandazioni del 2015 – tuttora in uso – evidenzierebbe livelli di inquinamento inferiori. «Questo non è corretto, in quanto proprio in quell’arco temporale non solo non si ha una diminuzione del particolato, ma aumentano altri inquinanti che vengono emessi dalle ciminiere durate i processi di combustione».

«Non ci aspettiamo un riconoscimento pubblico – sottolinea la ricercatrice Cristina Mangia – è il nostro lavoro, ma non dimentichiamo la pressione psicologica della popolazione tarantina già vessata da una notevole pressione ambientale». Le raccomandazioni promulgate dall’Asl di Taranto sono da ritenersi superate al netto di «un quadro conoscitivo che sorpassa i presupposti alla base delle indicazioni del 2015. Il decremento del PM10 osservato storicamente nella fascia oraria che va dalle 12 alle 18 interessa sostanzialmente i giorni ordinari e non i wind days. Restano comunque dei punti controversi. La centralina di via Orsini, certamente quella più influenzata dalle ricadute di particolato di origine industriale, nei wind days evidenzia alcune criticità da tenere in giusto conto. Lo stesso avviene per quanto attiene agli inquinanti gassosi, osservando l’aumentata diffusione del benzene nei wind days, in un trend di generale aumento delle concentrazioni osservato nell’ultimo biennio, che desta oggettive preoccupazioni».

Queste sono alcune delle considerazioni che si leggono nel verbale e che rimandano ad ulteriori approfondimenti, «in un’ottica più ampia di riduzione delle emissioni di tali inquinanti, ragione per cui si ritiene necessario il mantenimento degli obblighi previsti nei confronti dell’azienda ex ILVA in relazione ai wind days e delle azioni intraprese dall’Amministrazione Comunale sulle aree pubbliche per evitare la risospensione di polveri”. Dello stesso parere i ricercatori del CNR che sostengono la necessità di “ridurre le emissioni in generale e in particolare nei wind days».

L’associazione “Salute Pubblica” attenta ai temi della salute e dell’ambiente, ci tiene a precisare che «non esistono solo i wind days. Ci sono condizioni meteorologiche, quali le condizioni di calma di vento che possono essere altrettanto pericolose per la popolazione in quanto portano all’accumulo di inquinanti. Alla luce di questi elementi, si possono studiare miglioramenti da ottenere attraverso nuovi provvedimenti». «Quando è in gioco la salute psicofisica della popolazione di un territorio già stressato da una difficile pressione ambientale – concludono i componenti dell’associazione – non si possono mantenere steccati tra le varie istituzioni pubbliche incluse quelle che svolgono ricerca pubblica. Due anni e mezzo per un’azione pubblica sono davvero tanti».

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