In Puglia e Basilicata
Sanità
06 Agosto 2022
Giacomo Rizzo
TARANTO - Non chiude nessun ospedale, così come non sarà depotenziato nessun punto di primo intervento, ma si chiede a tutto il sistema di dare una mano anche con il coinvolgimento dei medici di famiglia e delle strutture sanitarie private accreditate. È quanto emerso dall’incontro tra i vertici dell’Asl di Taranto e le rappresentanze sindacali alla luce della condizione considerata «di grave drammaticità» che vive il settore sanità nella provincia ionica.
«Sono scelte - dichiara il segretario della Cgil di Taranto, Paolo Peluso - che non risolvono di certo il problema, ma forniscono un primo segnale di attenzione soprattutto verso il decongestionamento dei Pronto Soccorso, veri e propri imbuti verso gli inferi per gli svariati bisogni di salute del territorio. Manduria e Francavilla Fontana, rispettivamente ospedale di base e di primo livello, che potrebbero operare come un polo ospedaliero integrato». È una soluzione che prova a tamponare la carenza di medici e di personale ricorrendo nella messa a sistema di eccellenze dei rispettivi nosocomi.
«Ma sbloccare le assunzioni e rivedere i tetti di spesa per il personale - afferma Mimmo Sardelli della Fp Cgil - resta la stella cometa da seguire. L’Asl ha preso consapevolezza e prova a porre rimedi, ma è chiaro che anche alla luce del Pnrr che non prevede neanche un centesimo sul capitolo personale, l’obiettivo è coinvolgere Azienda sanitaria, Regione Puglia e Governo in una vertenza che invece proprio dalle persone sia in grado di ripartire».
Per il rappresentante sindacale «le persone che lavorano nella sanità e le persone che alla sanità si rivolgono per ottenere risposte e servizi efficienti. Così è proprio sull’imbuto dei pronto soccorso che si prova a rendere meno ostico. Per tale ragione - chiarisce - il documento congiunto firmato da vertici Asl e rappresentanze sindacali, prevede anche l’utilizzo dei medici dei PPI (Punti di primo intervento) di Grottaglie e Massafra, sulla linea dell’emergenza che intercetta il 118 e la realizzazione, nell’ex area CUP di via Bruno al SS. Annunziata di una unità di pronto intervento assistenziale interamente dedicata ai codici bianchi e verdi che solitamente affollano in percentuale maggiore i pronto soccorso».
È prevista inoltre l’estensione delle fasce orarie di accettazione per ricoveri urgenti da pronto soccorso nelle strutture private accreditate e il potenziamento delle postazioni medicalizzate del Moscati per consulenze di cardiologia, radiologia, pneumologia e altre unità operative come le malattie infettive, l’ematologia o l’oncologia. Richiesta alla Regione anche la deroga per la stabilizzazione dei medici che hanno già esperienza nei Pronto Soccorso.
«Sono segnali di speranza - conclude Sardelli - che rischiano però di funzionare come pannicelli caldi su una ferita purulenta che ha bisogno di interventi sul personale, strutturati e di lunga gittata. La buona sanità è fatta di persone per le persone».
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