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A MOTTOLA
Redazione online
04 Marzo 2021
TARANTO - Chiude lo stabilimento di Tessitura di Mottola (Taranto) del gruppo Albini. Oggi l’azienda ha comunicato ai sindacati di aver messo in liquidazione l'impianto industriale, preferendo spostare tutta la produzione all’estero o a Bergamo. «Assistiamo all’ennesima storia di un’impresa - sottolineano in una nota i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Taranto - che si insedia in un territorio solo per riceverne vantaggi e non per contribuire al suo sviluppo, e quando finiscono opportunità fiscali e sgravi vari, alla prima occasione si levano le tende, in questo caso gli impianti, lasciando per strada 120 lavoratori e le loro famiglie». Mentre «altrove istituzioni e imprese - aggiungono - si mettono insieme per tutelare le produzioni di qualità made in Italy, Albini, chiudendo la Tessitura di Mottola, dimostra che nonostante tutto si può ancora fare impresa come nel secolo scorso. Eppure sono sotto gli occhi di tutti i risultati di chi sceglie di spostare le produzioni all’estero. Noi e i lavoratori non accetteremo silenziosamente questa scelta».
Albini Group ha annunciato oggi, durante un incontro con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, la decisione di cedere le attività dello stabilimento di Mottola (Taranto), mettendo in liquidazione tecnica la società interamente controllata Tessitura di Mottola Srl.
«Questa difficile e dolorosa decisione - dice la società in una nota - è il risultato di un’approfondita analisi del comparto tessile-moda, caratterizzato dal cronico eccesso di offerta, dalla guerra dei prezzi scatenata dalla filiera asiatica, dalla generalizzata riduzione dei consumi e dalla crisi subita da una parte importante degli operatori del settore dell’abbigliamento, in particolare formale. A questi fenomeni strutturali si è aggiunta la crisi causata dalla pandemia, che ha colpito il comparto tessile-moda più pesantemente di tutti gli altri settori industriali».
«Uno scenario complesso - viene sottolineato - che si è tradotto per la società in una contrazione dei ricavi di un terzo nel 2020 e ha progressivamente impattato, in particolare, lo stabilimento di Mottola, la cui organizzazione della produzione è totalmente focalizzata su attività di tessitura per grandi commesse». «L'azienda - conclude la nota - è consapevole dell’impatto che questa decisione avrà sui lavoratori e per questo si impegna da subito a proseguire e approfondire il dialogo con le Organizzazioni Sindacali, nell’ambito delle opportunità fornite della normativa, per condividere e definire i termini e le condizioni del piano sociale».
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