«Grazie al lavoro dell’amministrazione, reso possibile a seguito dell’accordo sottoscritto da Comune e Arcidiocesi lo scorso 29 ottobre, in occasione dei 50 anni dell’opera di Gio Ponti, sarà restituita alla città la Concattedrale così come voluta dal maestro». Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci annuncia la storica giornata odierna in cui, alle ore 18, inaugurerà le vasche antistanti la chiesa «Gran Madre di Dio», con la nuova illuminazione della vela, assieme all’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro. Quest’ultimo, alle 18.30, presiederà la celebrazione eucaristica nel 50° anniversario della consacrazione della Concattedrale. Mentre la città di Taranto si appresta a celebrare il grande evento con una mostra ed un convegno internazionale. L’iniziativa è il frutto di un accordo firmato a giugno 2019 dall’Arcidiocesi di Taranto, dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto e dal Dipartimento di Scienza dell’ingegneria e dell’architettura del Politecnico di Bari e nasce come esito di una tesi di laurea realizzata da cinque giovani architetti dell’ateneo barese.
Fulcro delle celebrazioni è l’inaugurazione della mostra «Gio Ponti e la Concattedrale Taranto 1970-2020. Il sogno di una città, il sogno dei suoi cittadini e il sogno di Guglielmo e di Giovanni» presso il Museo Diocesano, promossa dalla Direzione generale creatività contemporanea del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo, d’intesa con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia, il Csac - Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma, Gio Ponti Archives, il Comune di Taranto, l’Istituto di studi superiori musicali «Paisiello» di Taranto, l’associazione Chromophobia e il DoCoMoMo Italia. La mostra sarà aperta al pubblico non appena le misure di contenimento anti-Covid lo permetteranno. Tra le altre attività per le celebrazioni del cinquantenario si segnalano, inoltre, la pubblicazione ad ottobre 2020 del libro «Gio Ponti e la Concattedrale di Taranto. Lettere al committente Guglielmo Motolese (1964-1979)», a cura di Vittorio De Marco, e l’organizzazione del convegno internazionale «Gio Ponti e la Concattedrale Taranto 1970-2020. Protagonisti, liturgia, tutela e valorizzazione» (previsto per la primavera 2021) patrocinato dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei, da numerose Università nazionali e internazionali e dagli Ordini professionali della Provincia di Taranto.
In più, come anticipato, il Comune, in sinergia con l’Arcidiocesi, ha firmato il progetto di ripristino delle vasche antistanti alla Concattedrale, con l’obiettivo di recuperare l’idea originaria di Gio Ponti che aveva immaginato la sua opera come una nave con le vele spiegate che si specchiava nelle acque del Mar Jonio. Il Comune conferirà anche la cittadinanza onoraria post mortem a Ponti.
Figura indiscussa del panorama dell’architettura e del design italiano del ‘900, Gio Ponti, scomparso quarantuno anni fa, nel progettare la Concattedrale di Taranto creò vero e proprio capolavoro dell’architettura contemporanea, unico nel suo genere. Commissionata dall’arcivescovo mons. Guglielmo Motolese in considerazione dell’espansione della città verso la nuova zona orientale, la chiesa, dedicata alla Gran Madre di Dio, il 29 giugno 1967 vide la posa della prima pietra, ma a causa di una falda acquifera, l’architetto fu costretto ad adeguare il progetto e a sollevare la struttura, che acquistò in altezza. A distanza di poco più di tre anni, domenica 6 dicembre 1970, le porte della Concattedrale di Taranto vennero aperte alla cittadinanza, alla presenza delle autorità civili e militari, e ci fu un grande concerto del Coro della Cappella Sistina di Roma. Il lunedì 7 dicembre, l’arcivescovo Motolese celebrò la liturgia di consacrazione della chiesa. Il giorno dopo, festa dell’Immacolata, venne officiata la prima messa alla presenza dei sacerdoti dell’intera diocesi. Cinquant’anni dopo la Concattedrale «rinasce».